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Cronaca

Inganni e minacce di morte: così ha estorto 100 mila euro. La storia di un portiere di Bravetta vittima del suo amico

Le indagini dei carabinieri di Trastevere hanno fatto emergere lo stato di ansia e soggezione della vittima. A finire in manette un uomo di 47 anni

"Ti spezzo le gambe" oppure "Ho 14 colpi in questa pistola, uno è per te". Sono solamente alcune delle minacce che un uomo di 45 anni, incensurato, ha rivolto all'amico, un portiere di uno stabile nel quartiere Bravetta finito nella cosiddetta tela del ragno. Una fitta rete fatta di inganni, minacce e aggressioni tutte con l'unico scopo di estorcere più denaro possibile: circa 100 mila euro complessivi in un anno e mezzo. 

E' la storia che vede come vittima, appunto, il portiere di uno stabile. Un incubo finito grazie alle indagini dei carabinieri del Nucleo Operativo di Trastevere coordinati dal Maggiore Fabio Melci che hanno dato esecuzioni ad una ordinanza di custodia in carcere all'insospettabile 45enne al termine dell'attività, sotto la direzione del Gruppo reati gravi contro il patrimonio, coordinato dal Procuratore Aggiunto Dottoressa Lucia Lotti.

I fatti sono iniziati nel 2017 quando l'estorsore 45enne e il portiere di Bravetta, si sono conosciuti perché utilizzavano un terreno in comodato d'uso. I due nel corso del tempo hanno stretto un rapporto che, se per il secondo si trasformato in amicizia, per l'altro era una opportunità. 

Le indagini, infatti, hanno consentito di accertare come il 45enne avesse iniziato a chiedere "all'amico" prestiti accampando fasulle multe subite e, in seguito, a chiedere periodicamente ingenti somme, per un importo complessivo di circa 100.000 euro. 

Richieste accompagnate da aggressioni, verbali e fisiche, ma anche minacce in morte. In un caso il 45enne si presentò sul posto di lavoro del portiere di Bravetta e, con in mano una sacciacani, lo avvertì: "Sta pistola ha 14 colpi, uno l'ho usato e uno è per te". Ma non solo. 

Per impressionarlo, il 45enne ha pensato bene anche di ingannarlo chiamandolo al cellulare con utenze diverse imitando voci e accenti differenti millantando di essere un avvocato prima e un cancelliere del Tribunale. Chiamate che avevano un unico scopo: disorientare la vittima e costringerla a pagare

Le indagini dei carabinieri del Nucleo Operativo di Trastevere hanno fatto chiaramente emergere lo stato di ansia e soggezione del portiere di Bravetta che, preoccupato delle possibili conseguenze, continuava a corrispondere notevoli importi ben oltre la propria disponibilità, accendendo prestiti con varie società finanziarie pur di esaudire le richieste di denaro.

La perquisizione dei militari a casa dell'indagato ha consentito di rinvenire tre pistole scacciacani, un timbro falso di un noto istituto di credito e le ricevute di tutti i pagamenti corrisposti: elementi che secondo l'accusa testimoniano l'esatta dinamica dei fatti. L'arrestato è stato portato presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari, a disposizione dell'Autorità Giudiziaria. Oggi l'incubo del portiere di Bravetta è finito. 

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