rotate-mobile
Cronaca

Falsi profili di escort per estorcere denaro ai clienti dei siti a luci rosse: ricatti da 5mila euro

L'uomo si fingeva appartenente del clan Casamonica. Almeno sedici le estorsioni accertate

Nuovi guai per l'estorsore seriale che si fingeva appartenente al clan Casamonica e ricattare i clienti dei siti a luci rosse. Altri sei nuovi casi che vanno ad aggiungersi ai 10 scoperti lo scorso luglio del 2017 dai Carabinieri della Compagnia Roma Trionfale, anche se gli inquirenti sospettano che ci siano altre vittime cadute nella rete criminale dell'estorsore.

L'uomo, un 29enne, è rinchiuso presso il carcere di Regina Coeli. Lì i Carabinieri della Stazione Roma San Giovanni gli hanno notificato il nuovo provvedimento. Le altre sei estorsioni sono avvenute nell'arco temporale, tra marzo e settembre 2017, alcune tentate altre invece andate a buon fine.

La tecnica era ormai collaudata e continuata nel tempo. L'uomo aveva creato alcuni falsi profili di escort su diversi siti di incontri on-line dove indicava un numero di telefono e a cui gli uomini interessati, in cerca di incontri a luci rosse, potevano inviare messaggi tramite Whatsapp. Da li poi il 29enne richiamava gli ignari interessati clienti, accusandoli di aver fatto perdere tempo alle fantomatiche ragazze che si prostituivano e, spacciandosi per appartenente al noto clan dei Casamonica, li minacciava di rivelare il loro interesse per gli incontri hard, alle mogli, alle fidanzate, o di presentarsi presso i luoghi di lavoro per spifferare gli incontri extraconiugali, se non avessero pagato somme di denaro, in alcuni casi fino a 5mila euro.

L'arrestato minacciava le vittime asserendo che il sito di incontri visitato era di "sua proprietà e della sua famiglia", pretendendo il risarcimento alle ragazze contattate per i mancati incontri.

Molte vittime sono cadute nella trappola, condizionati dalle capacità intimidatoria del nome Casamonica e dalla minaccia di rivelare le conversazioni imbarazzanti alle mogli ed alle fidanzate. Il pagamento veniva effettuato su carte ricaricabili che da accertamenti sono risultate riconducibili a lui. Anche l'utenza telefonica utilizzata per compiere le minacce, estrapolata dai tabulati telefonici, è risultata intestata a lui.

I militari hanno accertato, confrontando la cella che agganciava il suo cellulare, durante le chiamate effettuate alle vittime, era situata a poche centinaia di metri dalla sua abitazione, dove nel periodo indicato si trovava agli arresti domiciliari per analoghi fatti.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Falsi profili di escort per estorcere denaro ai clienti dei siti a luci rosse: ricatti da 5mila euro

RomaToday è in caricamento