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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Guidonia Montecelio / Via Vincenzo Monti

Uccise la zia con 74 coltellate: la nipote condannata all'ergastolo

La sentenza emessa dal Gup del Tribunale di Tivoli nei confronti della 42enne Lucia Raffaele. L'omicidio si consumò nell'abitazione della vittima di Setteville di Guidonia l'8 ottobre del 2014

Ergastolo. Questa la pena inflitta a Lucia Raffaele, la nipote della 74enne 'Rosetta', uccisa con 73 coltellate in un appartamento di Setteville di Guidonia l'8 ottobre del 2014. La sentenza è stata emessa dal Gup del Tribunale di Tivoli il 13 ottobre a conclusione del processo con rito abbreviato nei confronti della nipote 42enne della vittima, sorella di suo padre.

OMICIDIO E FURTO - Secondo quanto ricostruito dal Pubblico Ministero del Tribunale di Tivoli Lucia Raffale si presentò nell'appartamento di via Vincenzo Monti nel pomeriggio dell'8 ottobre per chiedere dei soldi alla zia Rosina Raffaele. Nel corso della visita scoppiò però un diverbio con la oggi 42enne che massacrò prima con un coltello e poi con un martello la zia per poi fuggire con dei gioielli rubati in casa della vittima. Un omicidio con modalità e ferocia tale da aver convinto il Giudice che non poteva essere sufficiente lo sconto di pena previsto dal rito abbreviato: 30 anni per quell’assassinio sono stati giudicati non adeguati, da qui l’ergastolo.

CASO CHIUSO IN 24 ORE - Secondo quanto ricostruito dagli agenti della squadra investigativa del Commissariato di Tivoli, che chiusero il caso nell'arco di 24 ore, la  nipote della vittima, molto fredda nella sua confessione, parlando con gli investigatori diretti dalla dottoressa Mirella Chiaramonte, avrebbe loro riferito: “Ha parlato male dei miei genitori morti e non ci ho visto più”.

PORTA APERTA DALLA VITTIMA - L'omicida, figlia di un fratello di 'Rosetta', questo il nomignolo della sarta 74enne residente in via Vincenzo Monti 59, non frequentava la casa della vittima a differenza di altri parenti della stessa con i quali Rosina Raffaele aveva rapporti quotidiani.

COLTELLO E MARTELLO - Lucia Raffaele, dopo mezzogiorno dell'8 ottobre ha bussato alla porta della zia, che le ha aperto la sua casa preparandole un caffè. Poi sono tornati gli spettri dei vecchi dissidi familiari con la nipote che ha scaricato la sua furia sulla zia uccidendola con due fendenti inferti con un coltello da cucina per poi infierire su di lei dandole circa venti martellate con l'attrezzo da lavoro poi fatto sparire dal luogo dell'assassinio.

CASSETTI APERTI - Uccisa a martellate, la 41enne ha lasciato la vittima in terra in una pozza di sangue in cucina, per poi aprire alcuni cassetti della stanza della camera di 'Rosetta' e fuggire ripulendo le possibili tracce. Sul luogo dell'omicidio gli investigatori non trovarono segni di effrazione né alla porta né alle finestre, ma solamente un coltello da cucina sporco di sangue abbandonato vicino al cadavere della 74enne. Restava da comprendere se il frugare nei mobili fosse stato un depistaggio della nipote per far pensare ad una rapina finita male, o se veramente la stessa era interessata a trovare qualcosa di cui aveva bisogno.

ARMI DEL DELITTO - Fermata nel pomeriggio dell'8 ottobre dagli agenti della squadra investigativa del commissariato tiburtino, Lucia Raffaele ha poi confessato le proprie colpe in nottata indicando il luogo dove aveva provato a nascondere le armi del delitto. Trovato il martello, gli agenti hanno anche trovato i vestiti usati dall'allora 41enne durante l'omicidio, che la stessa aveva provato ad occultare gettandoli in un sacchetto nella spazzatura. La donna, oltre a fuggire con il martello, aveva portato via anche una tazzina di caffé che gli era stata offerta probabilmente dalla zia prima dell'assassinio.

TESTIMONIANZE - Prima di arrivare alla nipote della vittima, gli investigatori avevano messo sotto torchio tutti i parenti della 74enne, concentrando poi le proprie attenzioni sulla 41enne residente a Villalba di Guidonia. Secondo quanto ricostruito dai poliziotti il movente è da ricercare in vecchi dissidi familiari cominciati tra la vittima ed il fratello della stessa (padre della 41enne) deceduto nei primi anni '90. Dissapori che avevano allontanato le due famiglie che non si frequentavano. Poi la 'visita' ed il tragico epilogo con la successiva 'chiusura del cerchio'.
 

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