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Cronaca

False offerte di lavoro, poi lo stupro: 46enne arrestato a piazza Bologna

L'uomo è stato trovato dagli agenti della squadra mobile di Trieste in casa di un parente. Appello della polizia: "Forse altre vittime, chi sa qualcosa lo segnali"

Lo hanno trovato in casa di un parente in zona piazza Bologna. Ad essere arrestato un 46enne, residente a Milano ma di fatto domiciliato nella Capitale. Rintracciato dagli investigatori della Squadra Mobile di Trieste, con la collaborazione degli investigatori della questura capitolina, al termine di una minuziosa indagine, l'uomo si trova ora nel carcere romano di Regina Coeli con le accuse di "spaccio di sostanze stupefacenti", "procurato stato d’incapacità mediante violenza", "lesioni" e "violenza sessuale". I fatti risalgono al luglio dello scorso anno quando il 46enne (nato in Germania) attirò la vittima (una donna all'epoca dei fatti 30enne), in un ristorante di Mestre per un colloquio con la stessa dopo aver pubblicato un annuncio di lavoro ed aver fatto una prima selezione a Verona. Poi le gocce di Rivotril (un potente medicinale contenente la benzodiazepina) nel bicchiere mentre la vittima era in bagno. Una sostanza che induce chi la assume in uno stato confusionale, di fatto incapace di intendere e di volere. Infine la violenza sessuale. L'impiego proposto era per il ruolo di hostess

ATTIRATA NELL'INGANNO - A lanciare l'allarme la scorsa estate era stato il fidanzato della vittima, che dalle 22 fino alle 4 della notte del 15 luglio 2016 non aveva più avuto modo di contattare la compagna. Per questo si insospettì. La ragione era semplice: la 30enne era stata drogata con del Rivotril. In particolare la vittima, una 30enne di origini baltiche, dopo essere arrivata in stazione ferroviaria a Mestre ed essere stata accompagnata nell'albergo indicato per le selezioni, aveva accettato l'invito a cena del presunto datore di lavoro. 

RIVOTRIL NEL BICCHIERE - Una volta al ristorante, lei si è assentata per pochi minuti per andare al bagno. Sarebbe stato allora che l'arrestato avrebbe versato una boccetta intera di Rivotril nel bicchiere della sventurata. Preziose in questo senso sono state le testimonianze del cameriere che aveva servito in tavola e del resto dello staff del locale. E' stata anche recuperata la boccetta vuota utilizzata dal 46enne. A quel punto sarebbe scattata la violenza: la 30enne sarebbe stata portata in auto. Lì, lontano da occhi indiscreti, l'uomo l'avrebbe violentata. Tornando all'albergo, secondo quanto ricostruito dal portiere di notte, tra le 3 e le 4. 

ALLARME DEL FIDANZATO DELLA VITTIMA - Nel frattempo il fidanzato della donna aveva già lanciato l'allarme: non riusciva più a contattarla. Si mette al volante e raggiunge Mestre. La compagna non si ricorda nulla. Si sveglia a Trieste alle 11:00 ed è in stato confusionale. Viene portata al pronto soccorso e lì i medici si accorgono che ci sono tracce di benzodiazepine nelle urine. Viene subito interpellata la squadra mobile, che in questi mesi ha raccolto diversi elementi a carico del 46enne, residente di fatto, come detto, a casa di un parente in zona Piazza Bologna. Anche se molto mobile sul territorio nazionale. Fino ad arrivare alle manette, scattate nei giorni scorsi. Le indagini, in ogni caso, continuano. 

SOSPETTATO DI ALTRI STUPRI - Il 46enne è finito in manette dopo minuziose indagini della squadra mobile di Trieste, che ora, con il suo dirigente Giovanni Cuciti, lancia un appello. Perché potrebbe non essere l'unico episodio del genere. L'uomo è sospettato di aver messo in piedi di volta in volta società fasulle con l'obiettivo preciso di effettuare dei casting di hostess. Selezioni dove non sarebbe stato possibile conoscere in anticipo il tipo di mansione richiesta. Avrebbe visto altre ragazze, anche quel maledetto 15 luglio, quando si verificò lo stupro.

LE ALTRE CITTA' - Gli inquirenti stanno concentrando l'attenzione su altre serie di colloqui organizzati tra le città di Mantova, Venezia (con ogni probabilità Mestre), Perugia e Verona. Chiunque si sia imbattuto in annunci dell'uomo e abbia il sospetto che qualcosa di simile possa essere avvenuto in altre occasioni è invitato a segnalarlo alla polizia. La squadra mobile ha fornito il centralino della Questura di Trieste, per ogni comunicazione: 0403790111. 

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