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Cronaca

Regina Coeli: cellulari, armi rudimentali e droga in carcere

A trovarli sono stati gli agenti della polizia penitenziaria dopo una perquisizione

Cellulari, droga e anche armi rudimentali. È quanto hanno trovato all'interno delle celle del carcere di Regina Coeli, gli agenti della polizia penitenziaria di Lazio, Abruzzo e Molise dopo una operazione di perquisizione straordinaria che ha fatto seguito a una attività d'intelligence. L'attività ispettiva è scattata stamani, intorno alle 6 del mattino.

Sono stati rinvenuti tre telefoni cellulari, stupefacenti in quantità superiore a 100 grammi e armi rudimentali nella disponibilità dei detenuti. Ne dà notizia Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria: "Ci complimentiamo per la brillante operazione, ma urgono interventi preventivi atti a impedire in origine l'introduzione di oggetti non consentiti e i traffici illeciti che in carcere fruttano il triplo che nel mondo libero. Servono rinforzi organici, strumentazioni ed equipaggiamenti".

Proprio a tal proposito, ieri si è registrata un'altra aggressione in carcere. Sempre nella struttura di Regina Coeli, come denuncia il sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe per voce del segretario nazionale Maurizio Somma: "Un detenuto, condannato a vent'anni per omicidio e incendio, ha colpito con una testata il poliziotto preposto della VII Sezione detentiva. È successo al momento della conta. Ogni giorno nelle carceri laziali succede qualcosa ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre", conclude Somma.

Donato Capece, segretario generale del Sindacato, ricorda che "il Sappe denuncia da tempo che la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della polizia penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose. I decreti svuota-carceri, che più di qualcuno continua a invocare a ogni piè sospinto, da soli non servono: serve una riforma strutturale dell’esecuzione, serve il taser per potersi difendere dai detenuti violenti e la dotazione di body-cam".

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