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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca

"Salviamo le coste italiane", il dossier di Legambiente boccia le coste laziali

Oltre il 55% coste trasformate per sempre dal cemento. Record negativo di Lazio e Abruzzo: perso più del 60% di litorale. Cancellati 160 chilometri di coste

Le coste italiane sono sotto costante minaccia. Da tempo sono diventate preda della speculazione edilizia che ne sta mutando irreversibilmente i caratteri. Su 1.800 km di coste analizzate in 8 Regioni italiane, tra Adriatico e Tirreno, oltre il 55% sono state trasformate dall’urbanizzazione. Senza contare che dal 1985 ad oggi, malgrado i vincoli della Legge Galasso, sono stati divorati dal cemento ben 160 chilometri di coste. 

ABRUZZO E LAZIO, RECORD NEGATIVO - Sono dati che emergono dal dossier di Legambiente “Salviamo le coste italiane”, che analizza Regione per Regione il consumo delle aree costiere attraverso un lavoro di analisi e confronto delle foto satellitari. Scatti che hanno permesso di riconoscere le aree dove è stato cancellato in modo irreversibile il rapporto tra mare, paesaggi naturali e agricoli. I numeri del dossier sono estremamente preoccupanti: su 8 regioni analizzate (Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Molisem, Sicilia e Veneto), il record negativo spetta all'Abruzzo e al Lazio con il 63% di coste trasformate, si salvano solo un terzo dei paesaggi mentre tutto il resto è ormai occupato da palazzi, ville, alberghi, porti. Male anche l'Emilia-Romagna (58,1%), la Sicilia (57,7%), le Marche (54,4%), la Campania (50,3%), il Molise (48,6%) e il Veneto (36%). La costa Tirrenica mostra i dati più allarmanti rispetto a quella adriatica con quasi 120 km tra il 1988 ed 2011di costa con paesaggi naturali e agricoli cancellati nelle varie Regioni analizzate, con un aumento del 10,3% di consumo delle aree costiere.

I DATI DEL LAZIO - La situazione del Lazio è decisamente preoccupante: su un totale di 329 km, ben 208 km risultano essere trasformati ad usi urbani e infrastrutturali. Senza contare che l'urbanizzazione realizzata successivamente all'entrata in vigore della Legge Galasso ha portato alla cancellazione di ben 41 km di costa, cioè il 20% dell'intera urbanizzazione esistente. I tratti di costa in cui i valori di consumo di suolo sono più alti, sono quelli che vanno da Salto Corvino a Terracina, da Anzio a Torvaianica.

"SALVARE NATURA RESIDUA" - "Il dossier evidenzia un quadro preoccupante, una deriva pericolosa che non trova ostacoli efficaci nella legge né tantomeno nelle volontà degli amministratori locali". Parola di Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente che aggiunge: "I risultati del rapporto evidenziano il protrarsi di speculazioni in tanti luoghi di straordinaria bellezza, oltre che un grave problema di tutela riguardante vincoli, piani e sistemi di controllo". Modificare le coste comporta anche seri rischi ambientali: "La preoccupazione aumenta se si pensa poi alla crescente esposizione al rischio idrogeologico a cui ci espone questa pratica. L'abusivismo poi, peggiora una situazione già gravemente compromessa. L'obiettivo deve essere salvare la natura residua, liberare l'accesso alle spiagge ed avviare una riqualificazione dell'esistente, per cancellare le troppe case e costruzioni che rovinano la bellezza delle nostre coste. È fondamentale che ci sia maggiore attenzione verso i paesaggi costieri, patrimonio unico che l'Italia deve tutelare e valorizzare".

LEGAMBIENTE PRESENTA DDL - Anche per questo Legambiente ha messo a punto un ddl sulla bellezza, depositato in Parlamento e che deve essere rapidamente discusso e approvato per risanare questi scempi. Nell'interesse dei cittadini e dell'ambiente, del turismo e di un settore come quello edilizio che può trovare nuove opportunità di lavoro proprio puntando sulla riqualificazione. "L’iniziativa di Legambiente - dichiara il Sottosegretario ai Beni culturali e turismo Ilaria Borletti Buitoni - è meritevole nel merito e nel metodo, e trova il mio incondizionato sostegno. Si tratta di una denuncia documentata e puntuale del degrado che sta aggredendo una parte costitutiva dell’identità italiana qual'è lo splendido paesaggio delle nostre coste, per colpa di un selvaggio abusivismo edilizio. Passando dalla protesta alla proposta, con la presentazione di un ddl, Legambiente ne fa una questione nazionale che chiama in causa la la politica per tutelare questo patrimonio. Si tratta di uno stimolo ad agire immediatamente  - conclude il Sottosegretario Borletti - che intendo prendere molto seriamente".

NECESSARIO INTERVENTO DI TUTELA - "Non è più rinviabile un intervento di tutela delle aree costiere ancora libere dal cemento. - conclude Edoardo Zanchini, vice-presidente di Legambiente - Altrimenti si continuerà a vedere scomparire anno dopo anno dune e litorali sotto il peso di villaggi turistici, seconde case, palazzi, alberghi sfruttando l'inefficacia dei vincoli della Legge Galasso e dei controlli, la vaghezza delle indicazioni dei piani paesistici regionali".

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