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Centocelle

Il marito senza lavoro ed il prestito, così una lavoratrice precaria è finita nella cravatta dell'usuraio

Picchiata dal suo creditore, è stato il marito a sporgere denuncia ai carabinieri

Strozzata dai prestiti usurai. Una "cravatta" che nonostante parte del debito fosse stato ripagato non si è allentata, anzi, si è stretta ancora più al collo della vittima minacciata, vessata e picchiata dall'usuraio a cui si era rivolta quando era in difficoltà economica. A farne le spese un giovane donna romana, che per far fronte alla perdita del lavoro del marito (inizialmente all'oscuro di tutto), licenziato durante il primo lockdown, si è sobbarcata di lavoretti precari, che non sono stati sufficienti a coprire le spese che mano a mano crescevano.

Così si è rivolta ad alcuni conoscenti che le hanno presentato un uomo residente nello stesso quartiere di Centocelle che le ha prima prestato il denaro di cui aveva bisogno, e poi l'ha fatta piombare nel baratro dei 'cravattari', pretendendo tassi usurai che hanno fatto lievitare il debito sino a 40mila euro.

Usuraio in manette a Centocelle 

A permettere ai carabinieri di chiudere il cerchio e di far uscire dall'incubo sua moglie il marito, che dopo aver visto la donna con lividi ed escoriazioni procuratele dall'usuraio che si è presentato sotto casa loro pretendendo il denaro, si è rivolto ai militari dell'arma che hanno poi chiuso il cerchio attorno ad un 29enne romano arrestato con le accuse  di usura ed estorsione e l'aggravante di aver commesso il reato in danno di persone che si trovano in stato di bisogno. 

Il lavoro precario e la richiesta di denaro 

Le indagini, condotte dai militari del nucleo operativo e della stazione carabinieri di Roma Centocelle, sono state avviate nel mese di maggio dello scorso anno a seguito della denuncia presentata dal marito della vittima. A chiedere il prestito la moglie, lavoratrice precaria prima come operaia e poi come donna delle pulizia in una clinica sanitaria, la quale a causa di difficoltà economiche, nel mese di dicembre del 2020 si era rivolta all’indagato per ottenere un prestito di 4.000 euro. 

Il pagamento di metà del debito 

Nonostante la donna fosse riuscita a restituire la metà del debito in poco tempo, il 29enne ha comunque preteso la somma di 1.000 euro a titolo di interessi per la restante parte che, nei mesi a seguire, sono lievitati fino a raggiungere dapprima la somma di 40.000 mila euro, successivamente diminuita a 20.000 euro e infine, su preghiera della donna, ulteriormente diminuita a 6.000 euro.

I tassi usurai 

A fronte di queste pretese, la vittima è riuscita a restituire al suo aguzzino, la somma complessiva di 8.000 euro fino al mese di maggio 2021, quando l’uomo, telefonicamente, ha preteso la somma di ulteriori 15.000 euro che la donna si è rifiutata di versare trovando il coraggio di raccontare tutto al marito.

Le minacce e l'aggressione fisica 

Le attività investigative, coordinate dalla procura della repubblica di Roma, hanno fatto emergere il clima di assoggettamento e di omertà che l’indagato sarebbe riuscito a imporre sulla vittima attraverso continui comportamenti vessatori, sfociati, talvolta, in delle vere e proprie aggressioni fisiche con il cravattaro presentatosi diverse volte davanti al portoncino di casa della sua debitrice.  In una di queste circostanze, infatti, la donna ha raccontato di aver subito delle percosse dal 29enne che le avrebbero procurato una grossa ecchimosi su una gamba e un’escoriazione su uno zigomo.

La fine dell'incubo 

La fine di un incubo arrivata grazie al coraggio del marito della vittima di denunciare la situazione alle forze dell'ordine. Come ricordano dall'arma dei carabinieri, sfuggire alla trappola degli usurai o estorsori è possibile, occorrono coraggio e fiducia nelle Istituzioni per non rimanere soli. Vincere la paura delle minacce e delle ritorsioni significa saper chiedere aiuto, presentando denuncia presso le preposte Autorità Giudiziarie o presso qualsiasi presidio delle frorze dell’ordine.

Le indagini dei carabinieri 

Arrestato dai carabinieri del nucleo operativo e della stazione carabinieri di Roma Centocelle, l’uomo è stato tradotto in carcere. L’indagato è da ritenersi presunto innocente in considerazione dell’attuale fase del procedimento – indagini preliminari – fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.

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