rotate-mobile
Martedì, 23 Aprile 2024
Il mistero della scomparsa di Li Yngley

Donna scomparsa in crociera: i nodi della carta di credito e della cabina riassegnata

Il processo sulla scomparsa di Li Yngley, la 37enne di cui si sono perse le tracce durante un tour nel Mediterraneo. Il marito è accusato di omicidio

Una coppia in crociera con i figli, un viaggio nel Mediterraneo per tentare di ricucire un matrimonio in crisi, ma quando la nave torna ad attraccare al porto da cui è partita sette giorni prima della moglie non c’è più traccia e il marito sostiene di non saperne nulla. Sembrerebbe la trama di un giallo alla Agatha Christie, se non fosse che le persone coinvolte sono reali e che quanto accaduto a Li Yingley, la 37enne di origini cinesi di cui si sono perse le tracce tra il 10 e il 13 febbraio del 2017 a bordo della Msc Magnifica, è oggetto di un processo davanti ai giudici della Corte d’Assise di Roma.

Sul banco degli imputati c’è il marito, l’ex informatico tedesco Daniel Belling, 49 anni, accusato di omicidio e distruzione di cadavere: per l’accusa avrebbe ucciso la moglie e si sarebbe disfatto del corpo gettandolo in mare durante la navigazione.

La ricostruzione della crociera della famiglia

Belling oggi è a Dublino, dove vive con i figli minorenni avuti dalla donna. A Roma vanno in scena invece le prime battute del processo, ultima in ordine di tempo quella di mercoledì mattina, in cui è stato ascoltato l’ispettore capo della polizia di frontiera di Civitavecchia, che ha coordinato le prime indagini sulla scomparsa di Li Yingley.

Quanto emerso durante gli interrogatori del pm Francesco Basentini e dell’avvocato Luigi Conti, che difende Belling insieme con la collega Laura Camomilla è quanto di fatto è stato ricostruito sino a ora: la famiglia si imbarca a Genova il 9 febbraio del 2017, il 10 febbraio Li Yingley viene vista nel ristorante della nave all’ora di cena con il marito e i figli, dalle 20 in poi scompare nel nulla. Nessuno la vedrà più, e la sua assenza verrà ufficializzata soltanto all’arrivo della nave a Civitavecchia, il 22 febbraio, quando il personale di Msc, contando i passeggeri, si renderà conto che non è a bordo.

La tesi dell'accusa: Li Yngley uccisa dal marito e poi gettata in mare

Per la procura, come detto, Li Yingley sarebbe morta. Belling l'avrebbe uccisa, gettandone il cadavere da qualche parte nel Mediterraneo in un momento imprecisato compreso tra il 10 e il 13 febbraio e con "modalità non accertate”. A sostenere questa tesi il fatto che l’uomo non abbia denunciato la scomparsa della moglie e che, all’arrivo della nave a Civitavecchia, si sia immediatamente diretto in aeroporto per rientrare in Irlanda con i figli. Il sistema che Msc utilizza per tenere traccia delle entrate e le uscite dei passeggeri dalla nave è un altro elemento focale dell’impianto accusatorio, visto che ha registrato l’ultimo utilizzo del tesserino della donna la sera del 10 febbraio, in entrata a Genova: Li Yngley, per il sistema di Msc, è salita sulla nave il 10 febbraio e non ne ne è mai più scesa.

Belling dal canto suo si è sempre difeso sostenendo che la moglie, con cui era in crisi da tempo, avrebbe approfittato della crociera per lasciare lui e i figli durante una tappa e sparire. I sofisticati sistemi di sicurezza della nave, tappezzata di occhi elettronici, non hanno inoltre mai ripreso Belling mentre faceva del male alla moglie o sfruttava i ponti per gettarne il corpo in mare, ma non hanno neppure mai più ripreso la donna in una data successiva al 10 febbraio. E allora, dove è finita Li Yingley?

I nuovi elementi

Due elementi nuovi sono emersi nel corso dell’udienza di mercoledì. In primo luogo che quando la polizia accedere alla nave, dopo il rientro a Civitavecchia il 22 febbraio, per analizzare la cabina dei coniugi Belling, la trova già riassegnata ad altre persone: la compagnia ha deciso di far partire una nuova crociera e ha venduto i posti, inquinando così le possibili prove presenti all’interno della cabina in cui potrebbe essersi consumato l’omicidio. Il secondo elemento è la registrazione dell’utilizzo di una carta intestata a Li Yinglei lungo un’arteria autostradale irlandese il 23 marzo, e cioè quasi due settimane dopo che Belling era stato arrestato e trasferito nel carcere di Regine Coeli. Chi ha usato la carta della donna? Possibile sia stata lei, magari prima di rientrare in Cina?

Alcune rilevazioni sulla nave inoltre hanno dimostrato che se Belling avesse ucciso la moglie e ne avesse nascosto il corpo in una valigia per liberarsene in mare non avrebbe potuto farlo dalla loro cabina, il cui balcone affaccia su un ponte largo 12 metri: se la valigia fosse stata gettata da lì sarebbe finita sul ponte sottostante. Belling di contro avrebbe potuto uscire dalla cabina con la valigia e raggiungere una delle porte del corridoio che, se aperta, avrebbe consentito di buttare qualcosa in mare senza impedimenti, ma nessuna telecamere riprende una scena di questo tipo.

I prossimi passi del processo sul mistero della nave da crociera saranno sentire i periti che si sono occupati di “ripulire” le intercettazioni ambientali risalenti al periodo in cui Belling era detenuto a Regina Coeli e parlò con il nipote e alcuni parenti di Li Yngley, e ascoltare la versione del comandante della Msc Magnifica: l’udienza è fissata al 10 febbraio.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Donna scomparsa in crociera: i nodi della carta di credito e della cabina riassegnata

RomaToday è in caricamento