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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Don Pietro Pappagallo: il 24 marzo la 'pietra d'inciampo' torna al suo posto

In occasione del settantesimo anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, il monumento in memoria del sacerdote sarà ricollocato davanti all'ex convento del 'Bambin Gesu'

Lunedì 24 marzo (ore 15.00), in occasione del settantesimo anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, la 'pietra d'inciampo' in memoria di don Pietro Pappagallo, uno dei 335 martiri, tornerà davanti all'ex convento del 'Bambin Gesu'. Qui infatti il sacerdote ha vissuto e prestato soccorso ai perseguitati dal nazi-fascismo.

Alla Casa della Memoria e della Storia (ore 17.30), invece  Francesca Castelli, Jannis Kounellis, Bruno Tobia e Claudio Vercelli presenteranno il libro 'Monumenti per difetto. Dalle Fosse Ardeatine alle pietre d'inciampo' di Adachiara Zevi, edito da Donzelli.

LA PIETRA DI INCIAMPO - La pietra per il sacerdote  è stata fonte di ispirazione per Rossellini in 'Roma città' aperta'. Commissionata da don Francesco Pesce, parroco della chiesa di Santa Maria ai Monti, è stata installata dall'artista tedesco Gunter Demnig, nel gennaio 2012. L'anno successivo, a causa di lavori stradali, è stata immagazzinata e successivamente riposizionata. Ma nel febbraio dello stesso 2013, gli studenti della scuola media Mazzini, giunti sul posto per omaggiarla in occasione del Giorno della Memoria, non l'hanno trovata. Il Municipio Roma I e gli altri Municipi di Roma Capitale in cui sono state posizionate più di duecento 'pietre d'inciampo',  si sono perciò fatti carico delle spese per la nuova pietra realizzata da Demnig per l'anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine.

DON PIETRO PAPPAGALLO - Terlizzese di nascita, fu ordinato sacerdote il 3 aprile 1915. Si trasferì a Roma nel 1925 e qui fu padre spirituale delle Suore Oblate di via Urbana e vice parroco della basilica di San Giovanni in Laterano. Durante l'occupazione nazista collaborò alla lotta clandestina. E presso il convento del Bambin Gesu' a via Urbana, ospitò e aiutò i perseguitati dal regime: partigiani, ebrei, soldati sbandati e alleati. Come don Giuseppe Morosini e altri sacerdoti, aveva scelto il suo posto accanto agli antifascisti e ai patrioti. In seguito a una delazione venne però arrestato dalle SS il 29 gennaio 1944. Condannato a morte,  venne assassinato il 24 marzo 1944 nell'eccidio delle Fosse Ardeatine.

Il Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi gli ha conferito il 13 luglio 1998 la medaglia d'oro al merito civile con la seguente motivazione: "Sacerdote della diocesi di Roma, durante l'occupazione tedesca collaborò intensamente alla lotta clandestina e si prodigò in soccorso di ebrei, soldati sbandati, antifascisti ed alleati in fuga dando loro aiuto per nascondersi e rifocillarsi." Mentre Giovanni Paolo II, in occasione del Giubileo del 2000, ha incluso don Pietro Pappagallo tra i martiri della Chiesa del XX secolo.

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