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Tradito dai social / Genazzano

Posta foto di documenti storici sui social, erano stati rubati dall'archivio del comune di Genazzano

In casa dell'uomo trovati altri beni culturali spariti dalla biblioteca della Banca d'Italia e dell'archivio di Stato di Palermo

Erano spariti dall'archivio storico e dalla biblioteca di Genazzano per poi ricomparire sulla pagina social di un uomo residente nello stesso Comune della Valle dell'Aniene. Così i carabinieri del nucleo tutela ambiente hanno recuperato e restituito alla città di Genazzano migliaia di documenti archivistici e librari, risalenti al periodo compreso tra il XVII e il XIX secolo, trafugati in una data imprecisasta dall’archivio storico e dalla biblioteca del comune della provincia romana. Documenti che rivestono un elevato interesse culturale per la storia pre e post-unitaria del Comune. 
                           
Le indagini sono state avviate nel mese di agosto 2020 dai militari del nucleo carabinieri tutela patrimonio culturale di Roma, collaborati nella fase esecutiva dai carabinieri della stazione di Genazzano, a seguito di una comunicazione della soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio che segnalava la pubblicazione di un post, su un noto social network, contenente delle fotografie ritraenti diversi documenti certamente provenienti dall’archivio storico del comune di Genazzano, presumibilmente detenuti illecitamente da privati. 

Le successive attività svolte dagli investigatori, che si sono avvalsi anche della banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti gestita dal comando carabinieri tutela patrimonio culturale, hanno consentito di individuare e recuperare i documenti archivistici presso l’abitazione di un privato residente nella città di Genazzano, il quale spontaneamente ha consegnato quanto illecitamente detenuto, per un totale di una trentina di faldoni contenenti molteplici tra documenti archivistici e bibliografici, tutti beni culturali di carattere demaniale, riconducibili non solo all’archivio e alla biblioteca del Comune laziale ma anche ad altre amministrazioni ed enti locali, come ad esempio, la biblioteca della Banca d’Italia (sede di Roma), la biblioteca comunale di Serrone (in provincia di Frosinone), l’archivio storico del comune di Cingoli (in provincia di Macerata) e l’archivio di stato di Palermo ai quali sono stati restituiti.

Di fondamentale importanza per l’individuazione dei preziosi beni e per l’accertamento della loro appartenenza al patrimonio dei vari enti prima citati, nonché per riconoscerne l’autenticità ed il valore culturale, è risultata la sinergica collaborazione con il personale altamente specializzato della soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio.

Recuperati i documenti lo scorso 15 dicembre presso il Castello di Colonna di Genazzano, alla presenza del sindaco Alessandro Cefaro, dell’assessore comunale alla cultura Massimiliano Lucci, del capitano Francesco Nicolò Pirronti (comandante del nucleo carabinieri tutela patrimonio culturale [TPC] di Roma), ha restituito le migliaia di documenti archivistici e librari trafugati nel comune della Valle dell'Aniene. 

La restituzione dei beni archivistici e librari, disposta dalla procura della repubblica presso il tribunale di Tivoli che ha coordinato tutte le attività di indagine, ha riportato i preziosi documenti presso le loro originarie collocazioni, dove potranno tornare ad essere oggetto di studio, consultazione e fruizione da parte del pubblico.

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