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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Africano / Viale Somalia

Dismissioni case enti previdenziali: il caso anomalo di viale Somalia

Dopo la notizia della vendita a prezzi mercato, la richiesta di lasciare lo stabile per inagibilità. In attesa di una controperizia, gli abitanti di viale Somalia hanno deciso di non uscire dalle proprie case. Oggi inquilini di tutta Roma in piazza per chiedere una moratoria

Prima il rinnovo del contratto con l’aumento degli affitti e la richiesta di sfratto per cinque inquilini. Poi l’annuncio della dismissione da parte dell’ente proprietario, la Cassa di previdenza dei ragionieri e dei periti commerciali (Cnpr), tramite il conferimento delle abitazioni in un fondo immobiliare. Poi l’imminente arrivo delle lettere per l’acquisto. A prezzi di mercato. Infine, per gli inquilini che vivono nello stabile di viale Somalia 214, la richiesta di lasciare in tutta fretta l’immobile per “manutenzione straordinaria”.

“Immaginate la pressione psicologica che può esercitare una notizia del genere su persone, la maggior parte delle quali anziane, che vivono qui in molti casi da più di trent’anni” racconta Anna, inquilina che risiede nello stabile di via Somalia dagli anni sessanta, quando ancora era di proprietà della Fata Assicurazioni.

Un trasferimento “immediato” che per molti significherebbe uno “sfratto bianco” commenta un anziano inquilino che invece preferisce rimanere anonimo. Da un lato c’è chi, in sede di rinnovo del contratto, non ha accettato aumenti che in molti casi hanno oltrepassato anche il 100% portando gli affitti ben oltre i 1200 euro mensili. Dall’altro chi avendoli accettati per paura di perdere casa non è riuscito a pagare ed è diventato moroso. In tutto, come comunicatoci dalla Cassa stessa, circa la metà delle quaranta famiglie che vivono in via Somalia, sono “abusivi”. Per loro, lasciare l’immobile significa avere a disposizione 12 settimane di residence pagato dalla proprietà e poi nient’altro.

DICHIARAZIONE DI INAGIBILITA’ - “Operazione di manutenzione straordinaria sullo stabile di viale Somalia 214”. È questo l’oggetto di una lettera che è stata recapitata agli inquilini nel febbraio di quest’anno. Il contenuto è chiaro: a causa di alcune carenze strutturali dell’immobile che potrebbero mettere a repentaglio la vita delle persone, gli inquilini sono invitati a lasciare lo stabile. Ma gli abitanti di via Somalia, costituitisi in comitato, hanno deciso di non uscire: “stiamo facendo fare delle perizie tecniche che possano provare se lo stabile è agibile o meno”. Anche se, come racconta Camillo, “la paura di rimanere per strada è talmente forte che qualcuno ha ceduto e se ne è andato”.

Nella lettera si legge anche che la proprietà, “a loro insindacabile giudizio” potrà procedere a una “demolizione e ricostruzione dell’edificio”. “Un termine tanto caro al piano casa della Regione Lazio, che prevede un premio di cubatura per operazioni di questo genere” commenta Angelo Fascetti dell’Associazione inquilini e assegnatari dell’Unione sindacale di base che segue la vertenza di centinaia di inquilini “resistenti” che vivono nelle case degli enti.

Gli inquilini, dopo 12 settimane pagate in un residence, sono liberi di trovarsi un altro appartamento. Per chi è in regola con il canone di locazioni, eventuali differenze di prezzo verranno coperte dalla proprietà, mentre chi non è in regola, circa la metà, è libero di dedicarsi alla ricerca di un affitto a libero mercato. Secondo quanto comunicato dal fondo e dalla cassa, quando lo stabile sarà stato completamente ristrutturato gli inquilini in regola riceveranno le lettere per l’acquisto degli immobili, a prezzi di mercato. Chi potrà comprare, rientrerà negli appartamenti. Per gli altri terminerà qualsiasi tipo di incentivo all’affitto fino a quel momento garantito dalla proprietà. Intanto gli inquilini sono in attesa della perizia del consulente tecnico d’ufficio, che sta effettuando i rilievi proprio in questi giorni, nominato dal Tribunale di Roma dove è stato depositato un ricorso da parte di alcuni inquilini.

LA CASSA RAGIONIERI - Contattata da Roma Today, la Cnpr sottolinea di aver agito nell’interesse degli inquilini anche se ci tiene a specificare che l’immobile non è più di sua proprietà. Tutti gli appartamenti sono stati conferiti, con due atti notarili, uno il 21 dicembre 2011 e l’altro il 15 maggio 2012, al fondo immobiliare “Scoiattolo” che ha il compito di valorizzare al meglio la redditività del palazzo. Le quote del fondo sono al 100 per cento della Cnpr, ma la gestione è in mano alla società Bnp Paribas Reim sgr (società di gestione risparmio), posseduto al 100 per cento dalla banca Bnp Paribas. In relazione alla storia del palazzo di via Somalia la Cnpr spiega che “a gennaio 2010 un inquilino dell’immobile ha denunciato il problema della friabilità del cemento dei pilastri portanti della struttura”. Così la cassa ha incaricato un’altra società specializzata di effettuare gli accertamenti, “che sono durati 12 mesi”. Dall’ultima perizia, stata consegnata il 7 febbraio 2012, è emerso che “le problematiche risiedono nella fondamentale scarsezza originaria di caratteristiche meccaniche”. Per questo la Cassa ragionieri e Bnp Paribas Reim Sgr “preso atto delle allarmanti conclusioni cui era giunta la perizia, hanno ritenuto doveroso informare immediatamente gli inquilini del pericolo che stavano correndo”.

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