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Cronaca Guidonia Montecelio

Discarica Inviolata, la Malagrotta di cui nessuno parla: tra le polemiche si va verso l'ampliamento

Da un lato i lavori per l'impianto di trattamento. Dall'altro l'autorizzazione per un nuovo invaso. Sullo sfondo, i "preoccupanti" dati sull'inquinamento delle acque. L'impianto di Cerroni solleva polemiche

Tutti gli occhi sono puntati sulla maxi indagine che lo scorso 9 gennaio ha portato all'arresto del 're dei rifiuti' Manlio Cerroni insieme ad altre sette persone. In pochi però sanno che solo qualche ora prima di quella notifica proprio il 'supremo', con il suo braccio destro Francesco Rando, era negli uffici della Regione Lazio per discutere di un progetto molto importante per i suoi affari: l'ampliamento della discarica dell'Inviolata a Guidonia. Nessun incontro segreto. Proprio l'8 gennaio scorso presso l'ente regionale si è tenuta una Conferenza dei Servizi. Oggetto, l'autorizzazione per l'apertura di un nuovo invaso, il settimo, da 500 mila metri cubi oltre alla richiesta di versare sopra agli invasi della vecchia discarica, ormai esauriti, altri 87 mila metri cubi di tal quale. Rifiuto non trattato quindi, bandito dalla comunità europea che per la discarica di Malagrotta costò una procedura di infrazione per l'Italia.

TAL QUALE - Ancora 'tal quale' alle porte di Roma. Molti dei 49 paesi che versano a Guidonia non hanno ancora sviluppato adeguate percentuali di raccolta differenziata. I metri cubi dell'ultima proroga, concessa nell'agosto scorso, sono quasi terminati. E per questi Paesi si prefigura addirittura l'eventualità di dover portare i rifiuti all'estero.

TMB - L'autorizzazione al nuovo invaso è fondamentale per la società che gestisce il sito, la EcoItalia 87 srl, riconducibile al gruppo Cerroni, dal momento che è in corso di realizzazione un impianto, autorizzato nel 2010 da Marrazzo e confermato dalla Polverini, che tratterà all'anno ben 190 mila tonnellate di rifiuti. Si tratta di un impianto per il Trattamento meccanico biologico che necessita di una discarica di servizio. Per ora il giudizio degli enti competenti sul progetto di ampliamento è stato sospeso, su richiesta del sindaco del Comune di Guidonia, Eligio Rubeis, e tutto è stato rimandato al prossimo 7 febbraio. Prima però, presso le stanze dell'amministrazione di Palazzo Matteotti, bisognerà affrontare un'altra patata bollente relativa alla discarica: l'inquinamento delle acque sotterranee dove “la presenza di inquinanti e contaminanti in alcuni casi è a livelli di allarme” scrive lo stesso sindaco Rubeis in un comunicato stampa. La discarica dell'Inviolata è una 'piccola', anche se non troppo, Malagrotta. E, proprio come per la discarica chiusa lo scorso ottobre, i comitati cittadini sono sulle barricate da anni.

AMPLIAMENTO500 mila metri cubi per un nuovo invaso di 'servizio' per l'impianto Tmb (dovrebbe infatti ricevere solo gli scarti di lavorazione di tale attività) più un'ulteriore autorizzazione per versare 87 mila tonnellate del 'fuorilegge' tal quale proveniente dai 49 paesi del comprensorio dove i livelli di raccolta differenziata sono a dir poco carenti. Il progetto al vaglio in Regione non convince il sindaco di centrodestra. “L'integrazione sulla quale ci viene richiesto un parere non è infatti supportata da alcuna comprovata base documentale” scrive Rubeis giustificando la sua richiesta di sospensione. Si tratta oggettivamente di una capacità di trattamento abnorme rispetto alle potenzialità dell'impianto in via di realizzazione”. La paura del sindaco è che il nuovo invaso potrebbe non accogliere solo gli scarti del Tmb e potenzialmente “diventare disponibile ad accogliere i rifiuti romani”.

INQUINAMENTO A frenare il progetto è anche la situazione ambientale della discarica. Nel dicembre del 2013 l'Arpa Lazio ha redatto il Piano di caratterizzazione della discarica. “Il documento consegnato dà indicazioni tutt'altro che rassicuranti” scrive il sindaco. Il 28 gennaio un Conferenza dei Servizi presso il Comune di Guidonia affronterà questo tema. “Nelle varie tesi di verifica, esso (il Piano, ndr) ha infatti accertato, attraverso i carotaggi eseguiti in 18 punti individuati lungo il perimetro della discarica, che la presenza di inquinanti e contaminanti in alcuni casi è a livelli di allarme” continua la nota del sindaco. Sono stati rilevati anche elementi “estranei al rifiuto domestico” tanto che si è arrivato a ipotizzare che in un non ben precisato passato “lontano” nel sito possano essersi “verificati casi di smaltimento di rifiuti speciali e ospedalieri”.

PROTESTEI cittadini del Comitato di risanamento ambientale (Cra) sono decisi a bloccare “l'ulteriore scempio che si vuol realizzare su un territorio il cui degrado e inquinamento è paragonabile alla Terra dei Fuochi” denuncia Umberto Calamita del Cra. “La Soprintendenza paesaggistica del Ministero dei Beni Culturali ha chiesto lo stop della realizzazione dell'impianto perché manca l'autorizzazione paesaggistica. Nella lettera inviata alle autorità competenti si parla di 'vizio di illegittimità'” denuncia Calamita. I cittadini hanno già presentato due esposti, uno alla Procura di Roma e l'altro a quella di Tivoli, e due ricorsi al Tar. Decisa anche la contrarietà alla realizzazione del nuovo invaso. Il coordinamento ha presentato una serie di osservazioni in sede di Conferenza dei Servizi. No al versamento di rifiuti non trattati, “che non si possono autorizzare”, sopra i vecchi invasi: “Si tratta di una discarica vecchia […] con una procedura obbligatoria di capping in corso che già dal 2009 avrebbe dovuto essere realizzato” si legge nelle osservazioni. No a continuare a versare rifiuti in un sito ambientalmente “dallo scenario preoccupante”.

ORDINANZA - Il nuovo progetto arriva dopo anni di esercizio della discarica a suon di ordinanze, proroghe e ampliamenti. L'ultimo in ordine di tempo è stato concesso dalla Regione Lazio il 13 agosto scorso con un'ordinanza a firma del vicepresidente regionale Massimiliano Smeriglio che ha autorizzato la Eco Italia 87 a versare altri 75 mila metri cubi di rifiuti dai 49 comuni del bacino. Una proroga che non è sfuggita nemmeno al gip Massimiliano Battistini che nell'ordinanza di arresto di Cerroni scrive: “Mentre la Regione Lazio faceva le pulci alla Rida Ambiente, parallelamente, il 13 agosto 2013, la stessa Regione Lazio accordava alla Eco Italia 87 srl […] la possibilità di abbancare in discarica ulteriori 75 mila metri cubi di rifiuti urbani indifferenziati 'tal quale', senza alcun trattamento in spregio totale all'art. 7 del d. lgs. 36/2003 e al principio della gerarchia dei rifiuti. Ciò sempre tramite il meccanismo già ampiamente scrutinato nel paragrafo 10 della richiesta di misura delle 'ordinante contingibili e urgenti'”.

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