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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Discarica Falcognana, la protesta dei cittadini arriva sotto la Regione Lazio

Gli attivisti dei comitati hanno manifestato questa mattina per chiedere un incontro con il presidente Zingaretti

Dopo il blitz all'Angelus di ieri, continuano le proteste contro la decisione di collocare la nuova discarica a Falcognana. Un centinaio di cittadini dei comitati, tra cui tanti bambini, stanno manifestando davanti alla sede della Regione Lazio in via Colombo. Sul posto due camionette della polizia. Presente alla protesta anche l'ex presidente del IX municipio, Pasquale Calzetta.

Obiettivo della protesta di oggi un incontro con il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti per spiegare i motivi della loro opposizione. In tarda mattinata invece una delegazione di cittadini è stata ricevuta dai tecnici degli assessorati competenti.

“Il governatore ha definito la scelta di Falcognana non solo idonea, ma addirittura sostiene che il conferimento dei rifiuti potrebbe abbassare notevolmente il livello di pericolosità dell’area” scrivono i cittadini del Presidio No Discarica del Divino Amore. Il motivo addotto da Zingaretti era la presenza di una discarica per rifiuti speciali già presente sul sito prescelto. “Insomma, è come dire che se una persona malata di tumore fosse successivamente colpita anche da una broncopolmonite, il quadro clinico del paziente risulterebbe notevolmente migliorato” protestano i cittadini.

Tra gli striscioni, si legge 'Zingaretti vergogna', 'Al Divino non se passa' e uno di dieci metri con le immagini della Madonna del Divino Amore e la scritta 'Scempio al Divino Amore'.

In tarda mattinata una delegazione di manifestanti è stata ricevuta da un tavolo tecnico approntato dalla Giunta. Come si legge in una nota della Regione Lazio: “Sono state ascoltate tutte le richieste dei comitati ed è stato riferito che l’iter andrà avanti con tutti i passaggi necessari e che non sono previsti tempi tali da portare Roma all'emergenza rifiuti”. Tra le criticità sollevate, la difesa del santuario del Divino Amore e la viabilità.

Nessun cambio di marcia quindi. I tecnici regionali hanno ribadito che per chiudere Malagrotta entro il 30 settembre 2013 è necessario utilizzare un “piccolo sito di servizio già esistente per lo stoccaggio dei soli rifiuti trattati”. Un passaggio necessario, secondo i tecnici regionali per dare “il tempo a Roma per innovare profondamente e rendere più sostenibile la gestione dei propri rifiuti”.

Poi le assicurazioni: tutto avverrà secondo trasparenza e soprattutto nel nuovo sito “non verrà conferito neanche un grammo di rifiuto tal-quale e non si riprodurrà in alcun modo la logica di una nuova megadiscarica”.

Nonostante l'incontro, le proteste non accennano a calare. Il vicepresidente del IX municipio e consigliere Pdl, Massimiliano De Juliis ha dichiarato: “Ribadiamo la volontà di un incontro con il governatore per discutere di nuove possibilità, come i siti militari”. Poi aggiunge: “Altra domanda che vogliamo porgli è il perché di una lettera datata 21 giugno, firmata dallo stesso governatore, in cui scriveva ad un comitato di zona che nulla era stato autorizzato per poi cambiare radicalmente idea e decidere di realizzare a Falcognana il sito per il post Malagrotta”. Infine un invito al presidente di Municipio Andrea Santoro: “Gli chiediamo di fare ciò che è nelle sue possibilità: vietare subito il transito ai Tir sul tratto pericoloso di Via di Porta Medaglia”.

Sulla questione è intervenuto anche il deputato del Pd, Marco Miccoli: “Il Pdl continua ad organizzare sit-in contro la discarica di Falcognana senza però avanzare nessuna proposta. Avvertiamo gli esponenti del Pdl, che anche questa mattina hanno organizzato un sit-in sotto la Regione Lazio, che il prossimo 30 settembre Malagrotta chiuderà. E senza una discarica di servizio, Roma sarà sommersa dalla 'mondezzà come fu per Napoli” ha dichiarato Miccoli che si opposto all'idea di portare i rifiuti fuori dalla Capitale. “Portare i rifiuti all'estero costerebbe circa il 30% in più sulla tariffa mentre realizzare una ipotetica discarica in chissà quale sito militare avrebbe bisogno di oltre due anni e circa 100 milioni di euro per la bonifica, la progettazione e la realizzazione dell'impianto”.

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