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Cronaca

Campo rom della Cesarina: “Spazio senza diritti”

L'Associazione 21 Luglio presenta il report sulle condizioni di vita nel "villaggio attrezzato" sulla Nomentana

“Diritti rubati”. È chiaro il titolo scelto dall’Associazione 21 Luglio per il report sulle condizioni di vita dei minori rom e delle loro famiglie nel “villaggio attrezzato” in via della Cesarina, nel quarto municipio. Container fatiscenti, servizi igienici inadeguati, elettricità insufficiente a garantire le utenze di base come asciugarsi i capelli o attivare un frigorifero. Il tutto unito a una dubbia gestione “arbitraria” della struttura da parte della società firmataria della convenzione stipulata con il Comune di Roma. Il quadro che emerge dal report “Diritti rubati: il campo nomadi di via della Cesarina a Roma”, che Roma Today ha potuto visionare in anteprima, è quello di «uno spazio senza diritti». Spiega l’associazione: «La preoccupazione alla base della decisione di avviare questo studio risiede nel fatto che l’inaccessibilità dell’insediamento e le modalità con cui viene gestito possano creare una situazione di violazione dei diritti, discriminazione, di segregazione». Così nei giorni scorsi l’Associazione 21 Luglio ha inviato all’ente proprietario del terreno e al Comune di Roma delle lettere informative mentre all’ente gestore una lettera di diffida.

L’INSEDIAMENTO – Il “Villaggio attrezzato” sorge in via della Cesarina, sulla Nomentana, all’altezza del Grande raccordo anulare e in prossimità del parco della Marcigliana. Il campo ha un unico cancello d’ingresso sorvegliato h24 dal personale di vigilanza. Il terreno è di proprietà di Propaganda Fide, una delle nove congregazioni della Curia Romana, ed è gestito dalla società Fi.Pi.Da.Bi srl. Si estende per circa 5mila metri quadrati e, al momento dell’indagine, ospitava 181 persone. Si spiega nel report: “Il Regolamento regionale del 24 ottobre 2008 stabilisce che le strutture possono offrire una capacità ricettiva per un numero non superiore a 250 ospiti per ogni ettaro. Gli abitanti quindi dovrebbero essere 125”.
Ben 56 persone in meno rispetto a quanto effettivamente ospitato nel campo in questione. Altri numeri disegnano il quadro: la superficie interna minima dei container dovrebbe essere di 56mq mentre quelli del campo sono grandi in media 13mq. Racconta un’abitante: “Quando piove il campo diventa una piscina. Soprattutto vicino alla mia roulotte così tutti mi dicono che ho una villa con piscina!”. E un’altra: “Ho messo il nylon sopra la roulotte ma ogni volta che piove l’acqua entra lo stesso e devo mettere delle pentole per
raccoglierla”.

LE CONDIZIONI DI VITA – Secondo quanto raccontato dal report redatto dall’Associazione 21 Luglio, che ha utilizzato diverse fonti di documentazione, “nel corso del sopralluogo effettuato è stata rilevata una pericolosa situazione igienico-sanitaria”. Ecco le motivazioni di questa affermazione: “La maggior parte delle abitazioni non risulta munita di collegamento alla rete idrica e fognaria. All’interno di una struttura sono disposti otto wc e otto docce in condizioni strutturali fatiscenti”. A questo si aggiunge l’erogazione “a singhiozzo” dei servizi di base come acqua calda e elettricità. La prima viene erogata solo durante alcune ore e in alcuni giorni della settimana mentre la seconda ha un voltaggio molto basso, che non permette di usufruire nemmeno di un frigorifero per la consevazione del cibo. Racconta una madre: “Quando i bambini stanno male e il medico dà la ricetta per l’aerosol è inutile, non c’è la corrente”.

I COSTI E LA GESTIONE – Il Comune di Roma, secondo le stime dell’associazione, spende ogni anno quasi 600mila euro per mantenere questa struttura. Di questi soldi, 316.800 euro sono per la gestione affidata alla società Fi.Pi.Da.Bi srl; 144mila per il presidio di Opera Nomadi, 70mila per il Sostegno scolastico Casa dei Diritti Sociali – Focus (stima); 35mila per l’accompagnamento scolastico fornito da Atac (stima). Il costo mensile per famiglia basterebbe a garantire loro un tetto sulla testa: 1.360 euro. A questo fiume di soldi si aggiunge la denuncia dei residenti: “Paghiamo 50 euro al mese al “padrone”. Senza ricevuta e senza fattura”. Si stima che ogni anno, il signor C.G., amministratore unico della Fi.Pi.Da.Bi srl, riceve da queste famiglie 21.600 euro “extra convezione”. Da accordi con il Comune, la  Fi.Pi.Da.Bi srl dovrebbe effettuare il servizio di guardiania e gestire le utenze collettive. Eppure dalle testimonianze raccolte il comportamento del gestore va ben oltre le proprie competenze. Un operatore che lavora all’interno del campo ha raccontato all’Associazione 21 Luglio come “la corrente elettrica è talmente bassa che nei moduli abitativi non si possono attaccare né frigorifero né stufa, altrimenti salta; ed a chi salta come rappresaglia C.G. [il soggetto gestore] toglie la corrente per tre giorni”. Sembra arbitraria anche la gestione delle entrate e delle uscite dal campo: “Anche se muore qualcuno, da noi se muore qualcuno vengono tante persone, lui
non accetta dentro. Bisogna fare tutto fuori, anche i compleanni”.

LA STORIA – Tutto parte nel maggio del 2002 quando l’allora ex “Camping Nomentano” viene sgomberato dalle forze di polizia. Sul posto vengono trovati 126 immigrati rumeni senza documenti che per un posto letto al mese pagavano anche 210 euro. Racconta il report: “Il gestore del camping, C.G., 62 anni viene arrestato per un breve periodo con la sua convivente per favoreggiamento all’immigrazione clandestina e sfruttamento della manodopera”. Il Comune di Roma decide quindi di utilizzare quell’area, di proprietà di Propaganda Fide, per la realizzazione di un nuovo insediamento attrezzato affidando la gestione proprio a C.G. Così negli anni il campo si riempie di famiglie rom spostate da altri insediamenti della Capitale sgomberati, come il campo della Muratella nel 2003 e quello di Villa Troili nel 2007.

LA PRESENTAZIONE – Il report verrà presentato oggi pomeriggio alle 17 presso la Facoltà di Architettura dell'Università Roma Tre (Sala Urbano VII, Via della Madonna dei Monti, 40 - Roma). Interverranno, oltre ai ricercatori dell'Associazione 21 luglio: Marco Brazzoduro, docente di Politica Sociale all'Università di Roma "La Sapienza"; Roberto De Angelis, docente di Sociologia Urbana all'Università di Roma "La Sapienza"; Francesco Careri, ricercatore di Architettura presso l'Università "Roma Tre". Modera Lara Facondi, giornalista di Paese Sera.
 

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