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Cronaca Malagrotta

Ferrovia per rifiuti a Malagrotta, il progetto riaccende le polemiche nella Valle Galeria

I cittadini che da anni si battono per la chiusura discarica promettono battaglia. Ma di realizzare l'infrastruttura se ne parla fin dal 2000

Non c'è pace per i cittadini della Valle Galeria. Proprio quando, dopo anni di rinvii, la discarica di Malagrotta sembra essere destinata alla chiusura, il progetto di una ferrovia a Castel Malnome creata appositamente per portare i rifiuti nella Valle Galeria riaccende le proteste. A ricostruire tutta la lunga vicenda è AgenParl. “La tempesta imperfetta non si placa. Il Campidoglio ha smentito, ma non con troppa fermezza a dirla tutta, il progetto della ferrovia a Castel Malnome nella Valle Galeria” hanno dichiarato i cittadini del comitato che da anni si batte contro la mega discarica. “Se quella delibera o proposta di delibera è davvero carta straccia, perché è stata preparata?” si chiedono i cittadini.

IL PROGETTO PRELIMINARE - Al centro delle polemiche una proposta di delibera che contiene un progetto preliminare di tracciato ferroviario per portare i rifiuti nella Valle Galeria. A Malagrotta infatti non c'è solo la discarica gestita dal Colari di Manlio Cerroni ma anche un inceneritore e due impianti di trattamento meccanico biologico. L'idea che muove il progetto è quella di sostiuire la 'gomma' degli autocompattatori dell'Ama al 'ferro' dei vagoni.

LA STORIA - L'idea di realizzare tale infrastruttura non è nuova. Un lungo carteggio istituzionale lo dimostra. Come ha reso noto dall'Agenzia Parlamentare l’intero tracciato ferroviario da realizzare “è stato valutato la prima volta nei suoi vari aspetti  nell’ambito della Conferenza dei Servizi del 6 luglio 2009, come viene spiegato in un documento del 17 giugno 2011 intestato all’Autorità di bacino del Tevere e indirizzato sia all’Ama Spa sia all’assessorato all’Ambiente della Regione Lazio”. Dai documenti citati dall'agenzia emerge come la nuova ferrovia era stata pensata appositamente per portare i rifiuti a Malagrotta.

Di una ferrovia per portare i rifiuti nella Valle Galeria se ne parla dal 2000. Come rende noto l'Agenzia Parlamentare infatti proprio il 3 marzo di quell'anno si stipulò un accordo di programma per promuovere questa infrastruttura. In quell’occasione “tra le iniziative poste in essere c’era una linea di trasporto ferroviario giornaliero notturno nella tratta Roma Ostiense – Ponte Galeria con capacità di carico pari a circa 300 tonnellate al giorno di rifiuti urbani”. Relazioni, elaborati grafici e progetti proseguono anche nel 2006 quando si individua “un’ulteriore tratta ferroviaria e in particolare la costruzione del raccordo ferroviario Ponte Galeria e lo stabilimento Ama di Ponte Malnome”.

IL PROTOCOLLO DEL 2008- Nel 2008 qualche particolare in più: la tratta cosiddetta Ferrovia Malagrotta dovrebbe diventare “un’infrastruttura leggera lunga 2.660 metri a basso impatto e caratterizzata dalla posa in opera di un solo binario su terreno completamente pianeggiante con un solo sottopasso di strada esistenze e già predisposto. Il tempo di esecuzione previsto è pari a 8 o 10 mesi, il costo dell’opera pari a 6,4 milioni di euro”. I dati riportati sono di un documento del 28 aprile 2008 che porta la firma dell'allora commissario prefettizio Mario Morcone che ha retto le redini del Campidoglio tra Walter Veltroni e Gianni Alemanno. Ma la cifra indicata era già stata erogata nel 2004 in seguito alla firma di un protocollo d'Intesa tra Regione Lazio e l'Ama.

LE PROTESTE– In allerta i cittadini della Valle Galeria. “Siamo organizzati per impedire, con ogni mezzo, qualsiasi altra azione che andrà a gravare su questo territorio, che amiamo e difenderemo con la testa, il cuore e l'anima” dichiarano. “Abbiamo avuto diversi incontri tecnici-legali, che non fanno altro che confermare tutte le nostre ragioni contro un'industrializzazione ulteriore della nostra amata terra”. I cittadini del comitato che da anni si batte contro la discarica hanno fatto inoltre sapere di aver inviato una richiesta d'incontro al neo ministro dell'Ambiente Andrea Orlando “per ribadire anche a lui le nostre ragioni, come avevamo fatto con il suo predecessore Clini”.

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