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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Morte Ciro Esposito, De Santis: "Ho sparato ma l'arma non era la mia"

L'ultras della Roma: "Nel corso della colluttazione sono stato colpito alla testa dal calcio della pistola". L'avvocato della famiglia Esposito è convinto: "Ergastolo a De Santis"

"Ho sparato ma l'arma non era la mia". È la versione di Daniele De Santis, ex ultrà della Roma, raccontata in aula, nel processo in corso nell'aula di Rebibbia della Corte d'Assise, a seguito degli scontri avvenuti nel maggio del 2014 in viale Tor di Quinto poche ore prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina e che hanno causato la morte del tifoso partenopeo Ciro Esposito.

Gastone, così viene anche chiamato De Santis, ha spiegato la sua verità su quei tragici fatti: "La pistola l'aveva un tifoso del Napoli. Nel corso della colluttazione sono stato colpito alla testa dal calcio della pistola che però sono riuscito a strappare dalle mani di chi la possedeva. Ricordo che grosso. Poi ho esploso dei colpi, ma non ricordo neanche quanti. Poi sono svenuto. L'arma non era la mia".

"Ricordo di avere cercato di chiudere il cancello del Ciak Club, ma di non esserci riuscito e di essere stato aggredito da un gruppo di napoletani che mi hanno ferito ad una gamba", racconta De Santis che ha aggiunto di "non essersi reso di conto" di aver colpito Ciro e che "c'era una persona a terra". "Penso a Ciro tutti i giorni e mi dispiace per quello che è successo", ha poi concluso.

Ad interrogarlo il pm e i legali della famiglia Esposito, Angelo Pisani, Sergio Pisani e Damiano de Rosa. "Con i suoi tentativi di smentita – ha dichiarato l'avvocato Pisani – l'imputato ha di fatto confermato la verità processuale e la verità dei fatti, già peraltro emersa con tutta evidenza dai video e dalla ricostruzione di quanto accaduto. Una deposizione contraddittoria, quella di De Santis, non credibile, che a mio giudizio rappresenta un’ulteriore, grande prova della sua colpevolezza".

"Auspichiamo – ha concluso poi Pisani – che il Pubblico Ministero chieda ed ottenga la condanna all'ergastolo, perché la massima punizione del colpevole sarà unico modo per rendere giustizia alla memoria di Ciro e alla sua famiglia". 
 

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