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Cronaca

A Roma il primato degli incidenti stradali: pedoni e ciclisti i più a rischio

Quasi tredicimila incidenti, 101 quelli mortali. I più a rischio pedoni e ciclisti. Improta: "Fotografia allarmante. La nostra amministrazione si sta concentrando per ridurre questi numeri"

Strade di Roma come roulette russe. Più di mille incidenti al mese, quasi tredicimila in un anno e un tasso di mortali pari a 0,78. Numeri da primato quelli della Capitale. A scattare l'impietosa fotografia è l'indagine Aci-Istat presentata questa mattina nella Capitale. A Roma c'è stato anche il maggior numero di incidenti mortali: 101. Prendendo in considerazione l'indice di mortalita' (numero di incidenti mortali sul totale dei sinistri), il primato è di Napoli (1,69), mentre Roma è a metà classifica con 0,78. Quanto all'indice di mortalità per numero di abitanti, Roma si trova sempre a meta' della classifica con 3,67.

LE STRADE PIU' PERICOLOSE - Venendo alle strade, il Gra e' una di quelle con la maggiore densita' di incidenti in Italia. Nel tratto all'altezza di Portonaccio c'e' un tasso di 14,6 incidenti per chilometro. Strade pericolose per l'elevato livello di incidentalita' sono poi via Pontina (7,8), via Appia (7,6), via Aurelia (7), ma anche la via Cassia in direzione Viterbo, e poi via Flaminia e via Salaria. Per quanto riguarda i veicoli a due ruote, le strade piu' pericolose risultano via Casilina (7 incidenti nel 2013), via Appia (5) e via Cassia (4). Nel Lazio, infine, nel 2013 sono rimasti coinvolti in incidenti 97 ciclisti. Via Aurelia in questo senso la strada più pericolosa. Ma sorpattutto sono stati 39 i pedoni uccisi, che pongono la Capitale al primo posto in questa graduatoria.

I DATI ITALIANI - In generale diminuiscono gli incidenti stradali in Italia, con una riduzione nel 2013 del 9,8% del numero dei decessi rispetto all'anno precedente: si muore di meno a bordo delle auto (-12,2%), ma i miglioramenti sono più netti per due categorie di utenti "vulnerabili" come ciclisti (-14%) e motociclisti (14,5%). Nel 2013 sulle nostre strade si sono registrati 181.227 sinistri con lesioni a persone (-3,7% rispetto al 2012), che hanno causato 3.385 vittime (368 le vite risparmiate) e 257.421 feriti (-3,5%). In media, ogni giorno 9 persone muoiono in incidente stradale e 705 restano ferite.

L'ASSESSORE ALLA MOBILITA' IMPROTA - Allarmanti sono i dati secondo l'assessore alla Mobilità Guido Improta. "Abbiamo il dovere di intervenire con tutti gli strumenti a disposizione. È per questo motivo che l'Amministrazione di Roma Capitale si sta muovendo per fornire una risposta forte e strutturata a queste criticità: dall'approvazione del Piano Generale del Traffico Urbano alle misure per la sicurezza stradale e per limitare il traffico veicolare privato. Non possiamo essere soddisfatti - prosegue Improta - dell'indice di mortalità (0,78 - numero di incidenti mortali sul totale dei sinistri) che colloca Roma a metà della classifica delle città italiane, perché a preoccupare sono soprattutto i 39 pedoni uccisi nel 2013 che pongono la Capitale al primo posto in questa speciale e triste graduatoria. Ed è proprio in favore della cosiddetta utenza debole, pedoni e ciclisti, e al contrasto del traffico veicolare privato che si sta concentrando la nostra azione amministrativa, convinti che sia necessario innanzitutto un cambio culturale e nelle abitudini dei cittadini. L'esasperazione legata all'alto tasso di motorizzazione, quella per l'occupazione dello spazio fisico e la velocità dei tempi di percorrenza, infatti, generano conseguenze evidenti e talvolta drammatiche sulle strade della Capitale". "È per questa ragione che nel Pgtu è stata riservata grande attenzione al tema della sicurezza stradale con l'obiettivo di rispettare l'impegno con la Ue di dimezzare, nel 2020, i morti sulle strade rispetto al 2012 - conclude Improta - In questo stesso quadro si inserisce l'istituzione della Consulta cittadina sulla sicurezza stradale e la proposta di delibera presentata insieme al Consigliere del Pd Dario Nanni. Il testo contiene diverse iniziative quali, ad esempio, l'adesione di Roma Capitale alla proposta di legge per l'introduzione del reato di omicidio stradale, l'istituzione di zone 30, l'installazione della scatola nera sui veicoli, la realizzazione di attraversamenti pedonali rialzati, di percorsi ciclabili su strada, ciclovie e la graduale sostituzione dei guardarail".

IL SULPL - Punta invece il dito contro l'utilizzo dei vigili come sparamulte il sindacato di polizia locale Sulpl. Stefano Giannini, segretario romano: "I dati pubblicati stamattina da Aci-Istat continuano a essere allarmanti. Le dichiarazioni di intenti dell'assessore capitolino Improta non ci convincono pienamente, Roma negli ultimi 10 anni ha speso oltre 37 milioni di euro per tenere bloccati ai semafori gli agenti della Polizia locale in modo da tentare di fluidificare il traffico.

Secondo Giannini "il dato corrisponde ai soldi spesi per pagare gli agenti e se questi soldi fossero stati spesi in parte anche per realizzare infrastrutture come rotatorie e sottopassi avremmo raggiunto il duplice obiettivo di ridurre gli incidenti e decongestionare il traffico. Liberare gli agenti, è questo che chiediamo al sindaco Marino, in modo tale da essere impegnati in prevenzione e non solo in repressione come 'sparamulte' vicino a semafori che funzionano normalmente".

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