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Cronaca

Daniele Potenzoni, il padre da Tronca: "Scomparso da sette mesi, lo Stato assente"

Il padre del 36enne autistico scomparso il 10 giugno alla stazione Termini verrà ricevuto questo pomeriggio dal commissario straordinario. "Chiederò ispezione anche nei cunicoli del metrò. Fin'ora ricerche lente e fatte male" 

Ventimila volantini affissi per la città con due volti di Daniele in formato gigante, a sinistra com'era, a destra come potrebbe essere. Volontari vicini alla famiglia ancora ne distribuiscono, passando al setaccio il territorio tra mense per senza tetto e strutture di accoglienza, mentre la giustizia accerta eventuali responsabilità di chi lo aveva in custodia. Del giovane non c'è traccia. E il padre, disperato, si aggrappa alla longa manus del commissario Tronca, che oggi pomeriggio lo riceverà in Campidoglio. "Sottoporrò alla sua attenzione tutti i dubbi che abbiamo sullo svolgimento delle ricerche, lente e fatte male".

LA SCOMPARSA - Daniele Potenzoni, 36enne di Pantigliate, provincia di Milano, è scomparso da Roma sette mesi fa. Affetto di schizofrenia con spettro autistico, si trovava in città per assistere all'udienza papale del mercoledì, insieme ad altri 14 disabili e sotto la stretta sorveglianza di due operatori, un infermiere e un volontari, del Cfp di Borgo Lombardo. Sono loro a ricostruire agli inquirenti gli attimi della scomparsa. 

Il 10 giugno alle 9 del mattino, il gruppo aspetta il metrò sulla banchina della stazione Termini. Tenta di farsi largo su un treno della linea A diretto a Ottaviano. E' l'ora di punta, altri fedeli sono diretti in Vaticano, la calca è insopportabile, toglie il respiro, meglio aspettare, decidono i volontari, e prendere il prossimo mezzo. L'intero gruppo indietreggia rapido sulla banchina. Ma Daniele si volatilizza nella folla. Le porte si chiudono, il treno riparte, lui resta a bordo. Da quell'istante, il nulla. 

IL GIALLO DEI FILMATI - Allertate le forze di polizia, partono le ricerche. Se Daniele ha preso il treno, come riferito dagli operatori, sarà pur sceso a una qualche stazione sulla linea. La speranza è tutta nel circuito di telecamere presenti in stazione. La Polstrada visiona i filmati, ma il giovane è inquadrato solo mentre passa i tornelli in ingresso. Indossa una maglietta color salmone, un paio di pantolone verde chiaro e un paio di scarpe da ginnastica blu acceso. Il padre lo riconosce subito, per quel tic al naso, inconfondibile: "Se lo strofina ogni volta che ha paura". Due fotogrammi, niente di più. 

"Non sappiamo nemmeno se sia mai uscito" spiega il signor Potenzoni, che sull'acquisizione delle immagini attacca gli inquirenti: "Non sono state sequestrate subite, e quando le abbiamo visionate insieme al mio avvocato, era passato già troppo tempo, alcune erano state cancellate". Da qui la richiesta all'ex sindaco Marino di effettuare nuove ricerche nei cunicoli della metropolitana, un posto chiuso, riparato, dove un malato di autismo, che mal sopporta i luoghi affollati, potrebbe essersi facilmente rifugiato. 

"SI CERCHI NELLE GALLERIE" - Risposte in proposito non sono mai arrivate. E l'appello oggi passa a Tronca: "Chiedo solo che vengano fatte da capo le ricerche, in tutte le gallerie". Perché, per quanto assurdo, Daniele potrebbe trovarsi ancora nel metrò, e l'ipotesi per il padre è rafforzata da un dato: quella mattina, dalle 10 e 30, scattava lo sciopero dei mezzi. "Magari i macchinisti dopo aver fermato i treni se ne sono andati lasciando dentro mio figlio". 

LE SEGNALAZIONI - Poi ci sono le piste investigative che danno per scontata l'uscita del giovane dalla metropolitana, e che si muovono intorno alle tante segnalazioni, fin'ora senza seguito, arrivate nei mesi. C'è chi lo ha visto a Ponte Mammolo, chi a Trastevere, chi a San Pietro, chi, addirittura, racconta il padre, al concertone di Capodanno. Tutti falsi allarmi. "Non capisco perché se qualcuno lo vede non lo ferma" si sfoga tutt'altro che arreso: "Le telefonate stanno continuando ad arrivare anche in queste ore".  

L'INCHIESTA - E in parallelo procede il fronte giudiziario. Di pochi giorni fa l'avviso di conclusione dell'indagine avviata dalla Procura per abbandono di incapace. Nel registro degli indagati due infermieri che avevano in affidamento il 36enne e che, con ogni probabilità essendo l'avviso di conclusioni propedeutico all'esercizio dell'azione penale, verranno rinviati a giudizio.  

"Non sono io chiamato a inquisire - commenta ancora l'uomo - la giustizia accerterà il loro coinvolgimento, ma ho sempre pensato che ci fossero degli aspetti poco chiari". A cominciare da quella telefonata arrivata da Roma per avvisare che Daniele era scomparso. "Mi hanno chiamato alle 17, ma mio figlio è scomparso alle 9 di mattina. Perché è passato tanto tempo?". 

"LO STATO ASSENTE" - Detto ciò, ad accertare colpe individuali, ancora solo presunte, penserà la magistratura. La famiglia si batte piuttosto sul fronte delle responsabilità istituzionali. "Le ricerche si sono svolte in maniera puntuale ed efficiente come richiesto da un caso di persona scomparsa che non solo non si è allontanata volontariamente ma che è anche malata?". E' quanto chiederà la famiglia Pontenzoni al commissario straordinario, nella quasi certezza che "lo Stato ha fatto veramente poco". 
 

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