rotate-mobile
Cronaca

Custodi in via di estinzione e “con il rischio di restare senza casa”

Portieri e custodi di edifici pubblici, parchi e scuole di Roma combattono da anni con promesse mai mantenute. Una volta in pensione dovrebbero poter restare nelle case di servizio o accedere ad alloggi popolari. La realtà è un'altra. Ce la racconta Giuseppe Polimeni, presidente dell'Anpcep

Spazzata via dalle nuove tecnologie la categoria dei custodi, specie di quelli notturni, è in via di estinzione. Scuole, mercati, parchi, cimiteri. Appena cala il sole a controllare gli edifici pubblici ci sono le telecamere, le caldaie si accendono in automatico, a pulire cortili e spiazzi pubblici c'è la Multiservizi. E i guardiani che da trent'anni o più vegliano il patrimonio comunale rimangono al palo. Fermi ad aspettare, in alloggi cadenti e al limite del vivibile, una serie di promesse disattese.

SULLA CARTA - Prima fra tutte gli alloggi Ater, previsti per i custodi a fine servizio dalla delibera 42/77 del '97. Sulla carta, allo scadere dei contratti di lavoro, gli appartenenti alla categoria dovrebbero poter decidere se restare in affitto nelle 'case dei custodi' abitate quasi da sempre o mettersi in lista per un alloggio popolare. Questo sulla carta. Di fatto rimangono nelle loro case sì ma senza nessun tipo di regolarizzazione. "Sono anni che aspettiamo una normativa, viviamo negli alloggi di servizio che versano in condizioni pessime, in abitazioni che cascano a pezzi, dove piove dal soffitto, con finestre che non si aprono" ci racconta Giuseppe Polimeni, presidente dell'Anpcep, l'Associazione Nazionale Portieri e Custodi Edifici Pubblici.

PROROGHE E PROMESSE - A stabilire che aspettando case 'sicure' i guardiani possono restare sotto il tetto di servizio c'è la delibera 12/54 del '99. Una norma che viene prorogata di anno in anno posticipando da tempo immemore la firma di qualunque carta possa dare agli ex lavoratori la certezza di una casa. La proroga in corso scade il prossimo 31 dicembre. E anche su questa scadenza, l'ennesima, ci sono impegni da parte dell'amministrazione. "A novembre 2012 ci siamo riuniti dal sindaco Alemanno. Ci ha garantito che dal prossimo dicembre potremo firmare regolari contratti d'affitto e che per le case popolari ci verranno dati 15 punti in più" ci spiega Polimeni. Ma tra il dire e il fare, se di norma c'è già il mare, stavolta ci sono anche le elezioni a complicare il tutto.

REPERIBILITA' -  "Ai custodi è richiesta una reperibilità di 24 ore su 24", continua a raccontare Polimeni. Richiesta che sarebbe compensata con l'utilizzo dell'alloggio di servizio. "Ma che compenso è se gli alloggi sono in queste condizioni e se i contratti per starvi stabilmente non arrivano e viviamo continuamente nella paura di essere cacciati? Ci buttassero fuori e ci dessero quei 1300 euro o quanti sono, sarebbe quasi meglio". C'è poi chi l'alloggio di servizio lo ha addirittura ristrutturato a sue spese.

TASSE - Altra promessa, che in realtà è legge, concerne le tasse. "Secondo quanto previsto dalla delibera del '97 i custodi devono pagare acqua, luce e gas in quelle case che tanto gentilmente ci concedono di abitare". Acqua, luce e gas ma non la Tarsu. I rifiuti non sono a carico dei guardiani. E invece "ci viene regolarmente richiesto il pagamento, che è stato annullato solo al 20% di noi". L'altro 80 continua a sborsare.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Custodi in via di estinzione e “con il rischio di restare senza casa”

RomaToday è in caricamento