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Il disastro di via Andronico / Valle Aurelia / Via Livio Andronico

Crollo Balduina, al via il processo: Acea e Comune fuori dal procedimento

Esclusa la responsabilità civile di Campidoglio e partecipata. Salgono invece le parti civili, una ventina di persone tra residenti e negozianti di via Andronico

Erano da poco passate le 17.30 del 14 febbraio del 2018 quando parte di via Livio Andronico, alla Balduina, scomparve in una nube di polvere e terra: il cedimento del suolo all’altezza di un cantiere per la costruzione di nuovi edifici fece precipitare in un’enorme voragine sei auto parcheggiate, costringendo all’evacuazione di due palazzi per precauzione.

A distanza di quasi tre anni, in un’aula del palazzo di giustizia di Roma si è aperto il processo che vede imputati per crollo colposo sei persone tra amministratori di tre società private, coordinatori dei lavori e responsabili della sicurezza. Chiamati in causa come responsabili civili anche il Comune di Roma e la società Acea Ato 2 per omessa vigilanza sui lavori e sul cantiere, ma in mattinata le prime battute del processo hanno portato all’uscita di Campidoglio e partecipata dal processo: per il giudice non era loro il compito di vigilare sul cantierie.

Sono state invece ammesse al procedimento nuove parti civili, altri negozianti e residenti della zona coinvolta nel crollo: una ventina a oggi le persone assistite dagli avvocati Antioco Pintus e Daniela Fava.

Sul banco degli imputati siedono dunque gli amministratori delegati e il legale rappresentante delle società incaricate dei lavori - la Ecolattanzio, la Ungari e la Edilitalia srl - e poi il direttore dei lavori, il coordinatore della sicurezza e l’architetto. Secondo la consulenza tecnica dei pm, il crollo sarebbe avvenuto per carenze dei pali portanti, alcuni più corti e altri privi della necessaria quantità di cemento armato. I pali non sarebbero stati neppure impiantati nel modo corretto e nella quantità sufficiente a reggere il peso dell’asfalto e delle auto, e la capacità di resistenza della paratia collassata è risultata “inferiore al carico sovrastante della strada"

Secondo l'accusa tutti questi vizi progettuali e strutturali erano inoltre già noti, perché il giorno prima del disastro al Genio Civile sarebbe stato depositato un altro progetto, diverso da quello portato avanti fino al pomeriggio del crollo e privo delle mancanze che avrebbero causato il crollo. Escluso invece che le perdite da alcune tubature dell’acqua possano avere contribuito al crollo: per la perizia i tubi sarebbero stati danneggiati dalla deformazione della paratia. La prossima udienza è fissata al 3 maggio.

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