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Cronaca Via Cristoforo Colombo

"Colombo strada dei ciclisti: è la più pericolosa di Roma, mettetela in sicurezza"

Ogni seconda domenica del mese, i ciclisti si riuniscono all'Eur per chiedere la messa in sicurezza della Colombo, troppo spesso teatro di gravi incidenti per le sue pessime condizioni

Si riuniscono nei pressi dell'obelisco dell'Eur ogni seconda domenica del mese in segno di protesta, coordinati dal Movimento Pedalando Insieme: chiedono la messa in sicurezza della Cristoforo Colombo, in modo da poterla utilizzare per andare al mare in bicicletta. Ma, questa volta, i ciclisti romani hanno superato il centinaio, contro i soli 10 iniziali.

"Questo è il modo giusto per far capire agli amministratori quanto l’utente ciclista sia esasperato. Siamo stanchi di pensare ad un futuro incerto e di trascurare le azioni urgenti verso l’esistente come la sistemazione della Cristoforo Colombo, vedi l’eliminazione delle radici sporgenti e la collocazione della Banda Rumorosa a margine della corsia di emergenza". Gianfranco Di Pretoro, responsabile di piste ciclabili e viabilità della Federazione Ciclistica Italiana del Lazio, ha sintetizzato così il senso delle riunioni di biciclette della seconda domenica di ogni mese.

Al momento, manca una pista ciclabile per andare al mare, perciò le biciclette sono costrette a passare sulla corsia di emergenza; la quale è piena di radici sporgenti che non permettono una circolazione tranquilla. Inoltre, manca una struttura che divida adeguatamente le macchine dalle biciclette, che, in questo modo, sono costrette a utilizzare la corsia di emergenza, circolando a stretto contatto con i veicoli a motore. Le numerosi morte sono una ovvia conseguenza.

Per chi si reca in spiaggia da Roma, quindi, la Colombo è un tragitto obbligato, ma tle sue pessime condizioni la rendono una strada eccessivamente pericolosa. Di Pretoro ne ha illustrato così le condizioni: "I ciclisti sulla Colombo sono tantissimi, un numero che nessuno è mai stato in grado di calcolare esattamente. E' la strada dei ciclisti per eccellenza, usata sia per andare al mare che per corse più sportive", ha spiegato.

A detta di Di Pretoro, i punti più pericolosi della Colombo sono le semicurve: in particolare allo svincolo con il raccordo, sin entrambe le direzioni, e all'incrocio con la Pontina e all'interno, nei pressi di piazza Dei Navigatori. In più, spesso la strada presenta guard rail storti e rotti; che sono pericolosi soprattutto adesso, quando, uscendo da Ostia, le macchine vengono deviate sulla complanare. In più, molti automobilisti vanno troppo veloci e sbandano utilizzando il cellulare: "Basti pensare che è stato calcolato che, a una velocità di 50 chilometri orari, guardare il cellulare per soli due secondi equivale a 30 metri senza guardare la strada".

Eppure pare che interventi di manutenzione o di messa in sicurezza sulla Cristoforo Colombo non siano mai stati fatti: "L'unico intervento è stato quello del Municipio X, che, diversi anni fa, era riuscito a realizzare un tratto - lungo solo 2 chilometri - di pista ciclabile all'uscita di Casal Palocco. tratto che, però, è tenuto malissimo, e per questo non lo utilizza nessuno", ha aggiunto Di Pretoro.

Sono queste condizioni, unite alla condotta spesso indisciplinata di alcuni automobilisti che - ritiene Di Pretoro - sono la causa dei numerosissimi incidenti che sconvolgono la strada: "Su una velocità massima consentita di 80 o, in alcuni tratti, 50 chilometri orari, la velocità media delle auto giunge anche ai 100 o 150 chilometri all'ora. Quello che noi chiediamo è il rispetto dei limiti di velocità da parte delle macchine, da controllare con autovelox o tutor sui tratti in comune con le biciclette. Come minimo le corsie per le bici devono essere divise da una banda rumorosa, che suona se viene pestata dal veicolo; ma sarebbe meglio un divisorio in cemento", ha denunciato ancora Di Pretoro.

Che ha rincarato ancora dicendo: "Se io dovessi "ridisegnare la mia Cristoforo Colombo", la farei con l'aggiunta di una pista ciclabile a fianco delle corsie che percorrono le auto. Si tratterebbe di due corsie, una per senso di marcia, da un metro e mezzo l'una, porzione di spazio che non intralcerebbe la circolazione. Sicuramente costa, ma la mia proposta è di ricorrere a un bando europeo, passando attraverso la Regione Lazio. Oppure, in alternativa, di sfruttare alcuni finanziatori privati, che verrebbero adeguatamente pubblicizzati". 

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