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Cronaca

Morte del rapper Cranio Randagio, parte il processo: sotto accusa tre giovani

A cinque anni dalla scomparsa dell'artista 21enne, tre ragazzi sono a processo: uno è accusato di avere portato la droga che lo ha ucciso, gli altri due di averlo coperto

A cinque anni dalla morte del rapper 21enne Vittorio Bos Andrei, nome d'arte Cranio Randagio, è iniziato a Piazzale Clodio il processo finalizzato a far luce su cosa sia realmente accaduto tra l'11 e il 12 novembre del 2016, durante la festa nell'appartamento in zona Balduina dove il giovane artista è stato trovato morto, stroncato da un mix di droghe e alcol.

A processo ci sono tre amici di Andrei, noto anche per la sua partecipazione a X-Factor: uno dei tre, il 28enne Francesco Manente, è accusato di avere portato alla festa la droga che il rapper avrebbe assunto, e per questo deve rispondere di detenzione di droga e morte in conseguenza di altro reato. Gli altri due, Pierfrancesco Bonolis e Jaime Garcia de Vincentiis, sono accusati invece di favoreggiamento per le dichiarazioni rilasciate alle forze dell’ordine con cui, secondo l'accusa, avrebbero cercato di coprire l’amico. I tre sono stati rinviati a giudizio a gennaio di quest'anno, al termine delle indagini coordinate dal pubblico ministero Maria Rosaria Guglielmi.

Mercoledì mattina in aula l'attenzione si è concentrata sul primo intervento da parte della polizia, sui tabulati telefonici e sui messaggi che i protagonisti della vicenda si sono scambiati nelle ore immediatamente precedenti alla festa. L'obiettivo è accertare non solo come, quando e da chi la droga è stata portata alla festa, ma anche ricostruire la serata e la mattina successiva, sino al tragico epilogo del ritrovamento del giovane ormai in fin di vita. E anche capire quando effettivamente Andrei si è sentito male e quando è partita la chiamata ai soccorsi.

"Noi non sappiamo ancora che cosa è successo quella sera - spiega l'avvocato Virginia Pellegrini, che difende la mamma di 'Vitto', Carlotta Mattiello - Ci stiamo domandando ormai da anni che cosa è accaduto a quella festa. L'unica persona che potrebbe riferirlo con accuratezza non c'è più, e noi ora vogliamo risposte".

Morte di Cranio Randagio, la ricostruzione degli inquirenti

Quanto accaduto tra l’11 e il 12 novembre del 2016 è stato ricostruito attraverso testimonianze, chat e altri elementi raccolti dagli investigatori. La sera dell’11 Bonolis festeggia 22 anni, e nell’appartamento in zona Balduina dove vive con i genitori ha organizzato una festa cui ha inviato 14 amici. Tra loro c’è anche Cranio Randagio, ex compagno di liceo del padrone di casa e astro nascente della scena rap romana. I genitori di Bonolis lasciano casa ai ragazzi, che mangiano, chiacchierano, ascoltano musica, bevono. Parecchio, come testimoniano alcuni video girati con i telefonini da alcuni invitati.

Una serata tra amici, dunque, in cui a un certo punto spunta anche la droga. Alla festa arrivano altre persone, altre ancora se ne vanno, la serata prosegue sino a notte inoltrata e finisce con Andrei che resta a dormire dal padrone di casa insieme con de Vincentiis. Cosa sia accaduto tra la fine della festa e il pomeriggio seguente non è ancora chiaro: Bonolis e De Vincentiis riferiscono alla polizia di essersi alzati per ripulire l'appartamento mentre il rapper dormiva ancora, di essere tornati a dormire anche loro, di essersi svegliati e di averlo trovato immobile e privo di conoscenza sul letto. Riferiscono, ancora, di avere chiamato il 118, due volte. All’arrivo dell’ambulanza ogni tentativo di rianimazione risulterà vano. 

Cranio Randagio è morto, e allo choc e al dolore subentrano gli interrogativi: accertato che a ucciderlo è stato un mix fatale di sostanze, tra cui anche il crack, la procura vuole capire chi ha portato la droga alla festa. Uno degli invitati, Francesco Manente, finisce nel mirino della procura per un un precedente per spaccio e per un messaggio inviato proprio al padrone di casa: “Io porto il crack”. Il giovane negherà di averla però poi portata con sé, così come il padrone di casa, ascoltato dalla polizia, ha negato di avere visto il rapper assumere sostanze stupefacenti. Alcuni testimoni riferiscono anche di avere notato Andrei lasciare la festa per andare ad acquistare sostanze, ma il nodo delle responsabilità resta da sciogliere e proprio le testimonianze sono la chiave per dipanare la matassa.

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