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Cronaca

Mafia: corruzione e infiltrazioni negli appalti pubblici, così si fanno gli affari a Roma

La Dia: "La strategia camaleontica attuata ha reso piiù difficile, nel tempo, comprendere e far emergere il fenomeno, favorendo in tal modo anche i tentativi di condizionamento delle amministrazioni locali"

Roma resta il grande polo d'attrazione delle organizzazioni criminali perché sede "di importanti infrastrutture, di diversificate istituzioni politiche ed amministrative e di numerosissime attività commerciali". In questo scenario "si aggiunga la disponibilità, registrata in diverse attività investigative, di imprenditori e pubblici funzionari compiacenti ad aderire a richieste e comportamenti di natura corruttiva". 

La conferma alle parole del procuratore capo Giuseppe Pignatone, arriva dal focus sulla criminalità organizzata a Roma contenuto nella relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia. La Dia conferma anche la struttura reticolare del territorio criminale Roma, che non rinuncia al ricorso alla violenza e "che tende ad infiltrare i luoghi del potere decisionale ed economico, nel cui ambito i singoli sodalizi ora stringono alleanze funzionali all'ottenimento di obiettivi puntuali, ora possono - ma piu' di rado - entrare in conflitto. L'atteggiamento violento, infatti, permane come una forma di 'capitale quiescente', pronto all'occorrenza ad esplodere se vengono minacciati gli interessi delle consorterie". 

Affari che non vengono spartiti non più in base una lotta tra bande ma a una spartizione pianificata con alleanze ad hoc. Le operazioni contro il clan Casamonica, gli Spada e prima ancora l'inchiesta 'Mondo di Mezzo', hanno cambiato molto gli assetti e i modus operandi della criminalità romana. 

La mafia a Roma dopo gli arresti di Spada e Casamonica

"La strategia camaleontica attuata dai sodalizi mafiosi ha reso più difficile, nel tempo, comprendere e far emergere il fenomeno, favorendo in tal modo anche i tentativi di condizionamento delle amministrazioni locali", aggiunge la Dia facendo riferimento anche a fatti accaduti negli anni scorsi. 

"Le indagini confluite nell'operazione 'Mondo di Mezzo' - sottolinea la Direzione Investigativa Antimafia - hanno restituito un quadro complesso, frutto di una evoluzione della criminalità romana tradizionale, ormai assimilabile alle mafie classiche, perché, come queste, si avvaleva della forza di intimidazione derivante dal vincolo di appartenenza, pur rimanendo aderente alla realtà della Capitale ed al suo tessuto economico-imprenditoriale. La consistenza delle grandi opere pubbliche da realizzare rappresenta, in un contesto così complesso, un potenziale catalizzatore di condotte corruttive, anche non direttamente riconducibili alla criminalità organizzata. Un modello criminale del tutto peculiare è poi rappresentato dai sodalizi facenti capo a famiglie una volta nomadi, ma oggi prevalentemente stanziali, che insistono su alcune periferie romane e sul litorale di Ostia. Gruppi che hanno saputo ricercare, nel tempo e con successo, relazioni criminali altamente qualificate con quelli più strutturati di matrice mafiosa". 

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