Mafia Capitale, commissario per le coop de La Cascina: Gabrielli firma interdittive antimafia
I provvedimenti hanno raggiunto la Cooperativa di lavoro La Cascina, La Cascina global service, la Vivenda Spa, il Consorzio Casa della solidarietà costituito da Domus caritatis, Mediterranea onlus, Osa Mayor onlus, Tre Fontane
Interdittiva antimafia per tutte le cooperative facenti parte del gruppo La Cascina. Il prefetto Gabrielli ha deciso per il commissariamento della rete di coop bianche che hanno manager coinvolti nel secondo capitolo di Mafia Capitale, con un decreto pubblicato due giorni fa che nomina amministratori straordinari Raffaele Ferrara e Antonino Ilacqua.
Il provvedimento vale per Roma ma anche per tutto il territorio nazionale, “in virtù della gravità dei fatti oggetto di indagine e delle particolari esigenze di tutela della legalità”, e arriva a un mese dagli arresti che hanno portato a parallele perquisizioni nelle sedi delle cooperative coinvolte nella maxi inchiesta.
Le interdittive firmate da Gabrielli, hanno raggiunto la Cooperativa di lavoro La Cascina; La Cascina global service; Vivenda Spa; il Consorzio di cooperative sociali Casa della solidarietà costituito da Domus caritatis, Mediterranea onlus, Osa Mayor onlus, Tre Fontane.
Nel decreto si citano le due ordinanze della procura di Roma dalle quali, si legge, “emerge che i soggetti indagati, operanti per conto delle società del "Gruppo La Cascina", fossero perfettamente a conoscenza dell’organizzazione "Mafia Capitale" - organizzazione mafiosa che usa la corruzione per entrare nella politica e nell’economia - e ben introdotti nella stessa, considerati i reiterati rapporti con Salvatore Buzzi, con il quale, dal tenore delle intercettazioni telefoniche, si rileva un rapporto solidale di cointeressenze d’affari”.
Quattro, lo ricordiamo, i dirigenti de La Cascina finiti agli arresti, Domenico Cammissa, Salvatore Menolascina, Carmelo Parabita e Francesco Ferrara. Per i primi tre sono scattati gli arresti domiciliari, Francesco Ferrara invece è finito in carcere.I quattro manager, secondo il gip di Roma Flavia Costantini, sarebbero “partecipi degli accordi corruttivi con Luca Odevaine” (già in carcere per Mafia Capitale) e dal 2011 al 2014 avrebbero commesso “plurimi episodi di corruzione e turbativa d’asta”, manifestando una “spiccata attitudine a delinquere” per lucrare sugli appalti.
Le conseguenze? Il commissariamento garantisce per il momento la gestione ordinaria dei servizi. Si bloccano quindi i rapporti con la pubblica amministrazione ma le recenti norme anticorruzione e le linee guida dell’Anac hanno introdotto delle nuove procedure, ricorda il prefetto, “al fine di scongiurare che l’adozione di provvedimenti inibitori nei confronti delle imprese, si riverberino sulla conclusione di opere già avviate, ovvero sulla efficienza e la continuità di servizi o forniture in atto, tenendo presenti anche le conseguenze sui livelli occupazionali e sull’integrità dei bilanci”.
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