rotate-mobile
Cronaca

Colpo ai Casamonica, dalla villa di 'Pelè' alla stazione di servizio: confiscato il tesoro del clan

La confisca riguarda anche la sfarzosa Villa Sonia, la maxi abitazione con piscina di via Roccarbernarda in passato sanata due volte con due condoni

Maxi ville con piscine tra la Romanina e Frascati, gioielli dal valore di 30.000 euro, una stazione di servizio a marchio Ip con tanto di bar tabacchi a San Cesareo, un altro bar a Montecompatri, dieci polizze dal valore di oltre 30.000 euro e disponibilità bancarie per un valore di 65.000 euro presso una serie di istituti di credito. Un vero e proprio tesoro quello che oggi è stata sequestrato al clan Casamonica. 

Un passo importante quello che la procura e la questura di Roma oggi hanno portato a compimento. Da un lato perché così si assesta un ulteriore duro colpo, anche dal punto di vista economico, al gruppo criminale sinti, dall'altro perché tra i beni confiscati c'è anche l'ormai famosa Villa Sonia. La villa rossa dei Casamonica di 'Pelè' Casamonica.

Un simbolo di potere, nella zona di Campo Romano che fa parte del quartiere della Romanina e confina anche con Frascati, comune proprietario del terreno. Quella costruzione in via Roccabernarda ora, da immagine del malaffare, recentemente si è trasformata in un bene comune. Una azione, quella eseguita oggi, che rientra nell'ambito del maxi blitz dell'operazione 'Noi Proteggiamo Roma', nella quale furono arrestate 20 persone appartenenti al clan nel giugno 2020.  

Un tesoro da 20 milioni di euro 

A eseguire il provvedimento, emesso ai sensi della normativa antimafia, il personale della divisione anticrimine della polizia di stato. I beni confiscati, dal valore complessivo di 20 milioni di euro, erano nella disponibilità di Giuseppe Casamonica, del figlio Guerrino detto 'Pelè' Casamonica, e di Christian Casamonica, figlio di Ferruccio.

"Il provvedimento di confisca, sulla base delle indagini patrimoniali condotte dalla divisione polizia anticrimine, evidenzia la notevole sproporzione tra i beni e i redditi dichiarati, nonché l’origine illecita dei proventi utilizzati per acquisire il compendio patrimoniale oggi confiscato agli stessi", spiegano dalla questura.

D'altronde, come sottolineano le forze dell'ordine, i membri della famiglia Casamonica colpiti dal provvedimento sono risultati coinvolti in "organizzate ed estese attività usurarie e di esercizio abusivo del credito, nonché in condotte estorsive e di intestazione fittizia di beni, reati per i quali era stata applicata la misura cautelare della custodia in carcere". Il 16 luglio 2021, in giudizio abbreviato, il Gup di Roma aveva emesso sentenza di condanna, tra gli altri, nei confronti di Guerrino Casamonica detto 'Pelè' (10 anni e due mesi di reclusione), Cristian Casamonica (8 anni di reclusione), riconoscendo la sussistenza del clan l'associazione a delinquere di stampo mafioso. Nei confronti di Giuseppe Casamonica, invece, è in corso il dibattimento davanti al Tribunale di Roma.

La villa rossa di Pelè

Tra i beni confiscati, anche  la sfarzosa 'Villa Sonia' di via Roccarbernarda 8. La casa di Guerrino 'Pelè' Casamoni è una di quelle che poteva vantare ogni confort, anche una piscina. La storia di quella villa rossa nasce da lontano. Costruita nel 1993 su un terreno pubblico a cavallo del confine tra Roma e Frascati, esiste grazie a due condoni edilizi del 1994 e del 2003 e, come si leggeva nell'ordinanza 'Noi Proteggiamo Roma', "Guerrino Casamonica da anni stava attendendo la definizione di una pratica relativa al condono edilizio dell'abitazione dove vive con la compagna Sonia e i figli, intestata alla sorella Dora (entrambe le due donne sono state arrestate in quell'operazione) ma, di fatto, nella sua disponibilità". L'obiettivo è chiaro: sanare tutti gli abusi e intestare la villa alla sorella per scongiurare possibili sequestri. 

Le difficoltà nel cambio di proprietà

Nel 2015 il Comune di Frascati fornisce senza troppe opposizioni il suo nulla osta al cambio di proprietà, ma per concludere la finta compravendita tra Guerrino e Dora Casamonica, ed evitare rogne in caso di arresti delle forze dell'ordine, serviva anche il nulla osta del comune di Roma. Cosa che ha portato Pelè a scontrarsi con la burocrazia. In una conversazione del gennaio 2018 Pelè, infuriato, contatta un ex dipendente dell'Aeronautica in pensione che gli sta seguendo la pratica (anche lui finito nei guai nell'operazione 'Noi Proteggiamo Roma') pretendendo di avere la concessione per la sua abitazione - si riferisce alla definizione della pratica relativa al condono edilizio - avendola pagata profumatamente.

Il tempo passa. Casamonica viene intercettato e afferma riuscirà a fare il doppio passaggio di proprietà della "casa quella rossa", che presenta anche una serie di abusivi e facendo chiaro riferimento al fatto che per la sanatoria ha affrontato un percorso durato molti anni e molte spese: "L'ho sistemata casa quella rossa porcoddinci!! E mo faccio il passaggio. 8 mila euro, devo fa il doppio passaggio io, immediatamente capito? Lo levo subito intestato a mi sorella".

Il passaggio di proprietà, però, costa caro e, come scrive il gip Zsuzsa Mendola nell'ordinanza, a Guerino Casamonica, alla sorella Dora, all'ex Aeronautica e all'amico geometra viene contestata "l'intestazione fittizia di beni". Un reato commesso, secondo il giudice, dal 2015 al 2019 (la durata della pratica), "con l'aggravante di aver agevolato attività dell'associazione mafiosa denominata clan Casamonica articolazione territoriale operante nella zona Romanina-Anagnina-Morena della città di Roma", si legge. 

L'altra villa confiscata e già utilizzata per scopi sociali

L'altra storica villa con piscina appartenente alla famiglia Casamonica confiscata oggi, è quella in via Flavia Demetria 90, nella disponibilità di Giuseppe Casamonica. La terza, invece, è a Monterosi. Due delle tre ville confiscate sono state assegnate per finalità sociali, infatti, quella di via Roccabernarda 8 è sede di un progetto per neo-maggiorenni ex ospiti di case famiglie, gestito dalla regione Lazio e dell'Asilo Savoia, mentre quella di Monterosi è stata affidata a quell'amministrazione comunale.

casamonica (2)-3-4

Tutti i beni confiscati oggi

Tra gli altri immobili colpiti dal provvedimento anche la villa di Christian Casamonica e tre appartamenti situati a Roma e provincia. Ma non solo. Il Tribunale di Roma, oltre alle ville indicate,  ha confiscato anche la totalità delle quote di 5 società di capitali, la totalità delle quote di due società di persone e una ditta individuale, complessi aziendali tra cui una stazione di servizio a marchio Ip con bar tabacchi, a San Cesareo, nonché un bar tabacchi ubicato a Montecompatri. Poi anche un contratto di concessione del godimento di un complesso immobiliare, con diritto di acquisto, un'auto di lusso e oggetti preziosi per un valore di oltre 30.000 euro, dieci polizze di pegno per un valore di oltre 30.000 euro e disponibilità bancarie per un valore di 65.000 euro presso vari Istituti di credito.

In riferimento al distributore Ip, l'azienda in una nota specifica: "IP precisa che il distributore in questione non è di proprietà del Gruppo. Il rapporto di convenzionamento colori con il suddetto distributore è scaduto nel dicembre 2019 e non è stato rinnovato. Oggi, infatti, il distributore è identificato da altri marchi".

"Sul piano soggettivo è stata provata l'attualità della pericolosità sia generica che qualificata dei proposti, sicché il tribunale misure di prevenzione ha applicato la misura personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, per la durata di 3 anni nei confronti di Giuseppe e Guerrino e di anni due nei confronti di Christian Casamonica", conclude la questura.

La confisca è il frutto di eccellenza investigativa

"Una confisca importante perché colpisce uno dei clan autoctoni egemoni nello scenario criminale romano".  Così Gianpiero Cioffredi, Presidente dell’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio. "Si conferma la presenza a Roma di un sistema di eccellenza investigativa da parte delle Forze di Polizia e della Magistratura nel contrasto alle mafie e nell’aggressione alle loro ricchezze illecitamente accumulate. Esprimiamo inoltre la gratitudine alla terza sezione misure di prevenzione del tribunale di Roma per aver emesso la sentenza di confisca, ma anche per aver scelto da anni percorsi di assegnazione per finalità sociali degli immobili ancora in fase di sequestro. Questa strada, da incentivare e rafforzare, consente il riutilizzo sociale di immobili sequestrati e allo stesso tempo la garanzia da vandalizzazione dei beni oggetto di sequestro, come dimostra la villa di via Roccabernarda 8, confiscata questa mattina, che da due anni ospita un progetto per neo-maggiorenni, ex ospiti di case famiglie della Regione Lazio e dell’Asp Asilo Savoia", ha concluso Cioffredi.

casamonica (1)-2

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Colpo ai Casamonica, dalla villa di 'Pelè' alla stazione di servizio: confiscato il tesoro del clan

RomaToday è in caricamento