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Cronaca Tor Bella Monaca / Via dell'Archeologia

Narcos Tor Bella Monaca: condanne per 150 anni

Secondo l'accusa gestivano il traffico di cocaina tra i palazzi di viale dell'Archeologia. Il procedimento è legato ad una maxi ndagine del Nucleo Investigativo dei carabinieri di Frascati

Con il mito di Tony Montana, il boss di Scarface, e i soldi a palate dallo spaccio che garantivano gite in elicottero, vacanze di lusso e giri in Ferrari, Lamborghini e Porsche. Una bella vita ostentata anche su Tik Tok, ora però finita. 

Dall'aprile del 2021 i vertici della famiglia Longo, considerato uno dei gruppi più grandi nella gestione dello spaccio di Tor Bella Monaca, sono stati azzerati e ora sono in carcere. Ieri 32 dei 38 imputati sono stati condannati a scontare complessivamente 152 anni e 3 mesi di carcere. Una condanna tuttavia più lieve rispetto a quella richiesta dall'accusa, visto che è caduta l’aggravante del metodo mafioso.

Nei confronti degli imputati, giudicati con rito abbreviato, restano le accuse di associazione armata finalizzata al narcotraffico, sequestro di persona aggravato dal metodo mafioso e all'attribuzione fittizia di valori. Le indagini, svolte dai carabinieri del nucleo investigativo di Frascati e coordinate dai procuratori aggiunti della Dda Ilaria Calò e Michele Prestipino, avevano portato a eseguire cinquantuno misure cautelari, 44 in carcere e 7 ai domiciliari

L'inchiesta, nata anche grazie alle dichiarazioni fornite da due collaboratori di giustizia che avevano fatto parte in passato dell'organizzazione, aveva permesso di ricostruire i ruoli dei vari sodali all'interno dell'organizzazione, con a capo tre fratelli Longo. Una piazza che non 'dormiva' mai: pusher e vedette si alternavano in strada h24 con rigide turnazioni in attesa dei numerosi acquirenti. E i 'collaboratori' avevano invece il compito di rifornire controllare pusher e vedette facendo da anello di congiunzione con i vertici dell'associazione.

La droga, cocaina ma anche eroina e hashish, veniva nascosta nei posti più disparati, come ad esempio nei serbatoi dei veicoli in sosta, cantine occupate abusivamente munite di inferriate, sotto le piante delle aiuole. Dalle indagini, che avevano consentito di appurare come il giro d'affari fosse di circa 15-20mila al giorno, per 600.000 mensili, era emerso anche che chi sbagliava subiva punizioni gravissime: si è arrivati a registrare veri e propri sequestri di persona dove gli associati infedeli, e addirittura i loro familiari, sono stati sequestrati per poi venire brutalmente picchiati.


 

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