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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Cosa Nostra Tiburtina, 204 anni di carcere: la sentenza della Cassazione

Il sodalizio si era imposto nell’area est della Capitale, attraverso una serie di aggressioni e minacce gravi

Ieri pomeriggio, i carabinieri della compagnia di Tivoli, unitamente a quelli delle Compagnie di Alba Adriatica, Roma Eur, Montesilvano, Grosseto e Spoleto, hanno dato esecuzione a ordinanze di esecuzione pena definitiva, da scontare in carcere, a carico di 18 persone, a seguito di provvedimento emesso dalla terza sezione della Suprema Corte di Cassazione, dovendo le stesse scontare pene detentive, che sommate tra loro fanno un totale di 204 anni,  a seguito di condanna definitiva per  il reato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti loro contestato.

Queste 18 persone fanno parte delle 39 che all’alba dell’8 marzo 2018 furono colpite da ordinanza di custodia cautelare in seno all’operazione Tibur, la cosiddetta 'Cosa Nostra Tiburtina' coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma e condotta dai Carabinieri della Compagnia di Tivoli, esito di un’articolata attività investigativa che ha delineato l’esistenza di un’organizzazione, dedita principalmente alla gestione del monopolio del traffico e dello spaccio di sostanze stupefacenti, nell’area est della Capitale.

Le indagini hanno consentito agli investigatori di ricostruire i tasselli di un mosaico che ha portato alla luce un pericoloso panorama criminale. Il sodalizio si era imposto nell’area est della Capitale, attraverso una serie di aggressioni e minacce gravi in danno di pusher concorrenti e di acquirenti insolventi (in alcuni casi si giungeva a violenti pestaggi dei malcapitati, ai quali veniva imposto il pagamento dei debiti di droga), esercitando un’azione di controllo del territorio a mezzo vedette e servizi di pedinamento in danno di appartenenti alle Forze dell’Ordine.

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