rotate-mobile
Cronaca

Gomorra albanese: condannato il boss che si proclamava "Dio". A lui 18 anni, 16 al rivale

Elvis Demce è stato condannato in abbreviato a 18 anni di carcere, Ermal Arapaj dovrà scontare 16 anni dietro le sbarre. Al centro il conflitto per il controllo del traffico di droga che dai Castelli Romani aveva invaso Roma

Diciotto anni di reclusione in rito abbreviato a Elvis Demce, il boss che si proclamava "Dio" e amico di Fabrizio Piscitelli detto Diabolik. Sedici anni, invece, al suo rivale Ermal Arapaj, detto "Ufo". Oltre 120 in totale alle due bande che hanno dato vita alla guerra interna nella Capitale, una Gomorra albanese. Saono state così accolte il gran parte le richieste dei pm Mario Palazzi e Francesco Cascini.

Altre 12 persone sono state condannate a pene che vanno da un minimo di 4 anni e 6 mesi a un massimo di 9 anni e 8 mesi. Due gli imputati assolti. Al centro il conflitto per il controllo del traffico di droga che dai Castelli Romani aveva invaso Roma. 

La faida tra il gruppo di Demce e quello di Arapaj

Le indagini partono da lontano. È il 27 dicembre del 2017 quando ad Artena, viene recuperato carbonizzato il corpo di Cristian Di Lauro, sparito il giorno di Natale. Un brutale omicidio che ha permesso ai carabinieri del nucleo investigativo di Frascati di avviare una serie di indagini e di approfondire così la figura di Arapaj e di come aveva messo in piedi un gruppo ben strutturato.

Demce, il protagonista più cruento della Gomorra albanese raccontata dalle indagini dei carabinieri, della procura di Roma e della direzione distrettuale antimafia, finisce nel mirino degli nell'aprile del 2020 subito dopo la sua scarcerazione con la concessione degli arresti domiciliari. Diceva "il Dio sono io" e anche "Quando parlo io è Cassazione, è morte. È uscito l'Isis. Mò andateve a chiudere tutti quanti".

La Gomorra albanese

A frapporsi tra Demce e il suo desiderio di espandersi, era stato appunto Ermal Arapaj, anche lui albanese. "Ufo", così lo chiamano i suoi, aveva messo in piedi un gruppo capace di fare soldi con la droga. Una banda che aveva preso la piazza di spaccio di Demce, quando era fuori gioco perché in carcere. Il suo ritorno in campo, però, ha rimescolato il mazzo. Demce il 9 luglio del 2020, nel comune di Lanuvio, aveva progettato un attentato contro il rivale. 

Un agguato al quale Arapaj era riuscito a sottrarsi sparando per primo e colpendo ad una gamba uno degli esecutori, incaricati da Demce. La mattina del 5 settembre 2020, il gruppo di Demce avrebbe quindi appiccato un incendio, a Velletri, ai danni della villa e delle auto di Arapaj e alla compagna. Una escalation violenta che ha costretto Arapaj alla fuga in Spagna, per il timore di ritorsioni. Una guerra tra i due che sarebbe finita nel sangue se gli arresti di Arapaj prima e di Demce poi, non avessero interrotto - almeno per ora - questa faida.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Gomorra albanese: condannato il boss che si proclamava "Dio". A lui 18 anni, 16 al rivale

RomaToday è in caricamento