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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Quattro fascisti condannati per l'aggressione ai ragazzi del Cinema America

Uno dei due ragazzi aggrediti aveva riportato la frattura del naso con una prognosi di una ventina di giorni

Quattro condanne e un'assoluzione nel processo, con rito abbreviato, per l'aggressione avvenuta a Trastevere il 16 giugno 2019 ai danni di due ragazzi che indossavano la maglietta del Cinema America. Il giudice monocratico ha condannato questa mattina a un anno e otto mesi tre persone, mentre a un anno e due mesi un quarto membro del gruppo. Sono tutti militanti di CasaPound o del Blocco Studentesco.

Assolto invece ''per non aver commesso'' un quinto ragazzo. A gennaio scorso la procura aveva chiesto una condanna a due anni e mezzo per i due imputati che avevano aggredito i giovani e per un terzo che gli avrebbe intimato di togliere la maglietta e una pena a due anni per altri due accusati di aver partecipato all'aggressione.

Il gruppo, ritenuto dagli inquirenti vicino a movimenti di estrema destra, è accusato, a seconda delle posizioni, di lesioni e violenza in concorso e aggravate. Le vittime sarebbero state picchiate perché antifasciste, così come ricostruito dalle indagini partite dalla denuncia di David Habib e Valerio Colantoni, feriti, e dei loro amici, anche loro parte del gruppo del Cinema America. Uno dei due ragazzi aggrediti aveva riportato la frattura del naso con una prognosi di una ventina di giorni. Nel procedimento l'associazione 'Piccolo America' è parte civile.

L'aggressione a Trastevere

Secondo quanto emerso dalla indagini della digos, intorno alle 4 di quella notte. tra i vicoli di Trastevere, i quattro amici stavano concludendo la serata dopo aver assistito in piazza San Cosimato alla proiezione di "First Reformed" organizzata proprio dal Cinema America. Qui vennero aggrediti da un gruppo di ragazzi, anche loro in zona per festeggiare l'addio al nubilato di uno di loro. 

"Hai la maglietta del cinema America, sei antifascista, levatela subito e vattene di qua!" avrebbe detto uno dei picchiatori, spalleggiato da un amico, a uno dei giovani. Ne sarebbe nato così un diverbio degenerato in una violenta aggressione. Pochi giorni dopo da quei fatti ci furono altre due aggressioni, una all'ex fidanzata del presidente dell'associazione 'Piccolo America', Valerio Carocci e un'altra a luglio dello stesso anno.

Valerio Carocci: "Chiudere CasaPound e le sue sedi"

"Come associazione eravamo stati accolti parte civile e c'è stata riconosciuta una provvisionale. Finalmente con questa sentenza è stata riconosciuta la matrice politica, neo-fascista dell'aggressione", ha commentato Valerio Carocci.

"Quei momenti sembrano lontani, ma in realtà restano una ferita aperta che ancora oggi curiamo giorno per giorno, restando uniti e saldamente fieri a ciò che abbiamo fatto e continuiamo a fare per la nostra comunità. - sottolinea il presidente del 'Piccolo America' - Mandiamo un grande abbraccio a David, a Valerio e agli altri ragazzi vittime di una violenza che ha macchiato la libertà d'espressione, sperando che anche loro, come noi, continueranno sempre a indossare le maglie bordeaux, simbolo di accoglienza e solidarietà. Alle istituzioni romane e nazionali, chiediamo di mantenere sempre alta l'attenzione contro i reati di intolleranza, sia essa fascista, sessista o razzista. Gli aggressori di quella notte non erano dei violenti qualunque, ma militanti di movimenti di estrema destra, organizzazioni neo-fasciste che tuttora nessuno ha avuto il coraggio di mettere fuori legge. Chiudere CasaPound e le sue sedi, così come quelle delle altre organizzazioni fasciste, è per noi un atto dovuto nei confronti della nostra città e del nostro Paese".

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