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Cronaca

Omicidio Esposito, 26 anni a Daniele De Santis. La madre di Ciro: "L'ho perdonato"

Per la famiglia Esposito è stato disposto anche un primo risarcimento da 140mila euro. Condannati per lesioni anche altri due tifosi napoletani

Dopo quattro ore di camera di consiglio i giudici del Tribunale di Roma hanno emesso la sentenza sul caso di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli ferito prima della finale di Coppa Italia del 3 maggio 2014 e morto dopo 56 giorni di agonia al Policlinico Gemelli.

L'unico imputato per l'omicidio, l'ultras della Roma, Daniele De Santis, è stato condannato a 26 anni di detenzione. I pubblici ministeri Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio nelle scorse udienze avevano chiesto l'ergastolo. Per la famiglia Esposito è stato disposto anche un primo risarcimento da 140mila euro. Condannati per lesioni anche altri due tifosi napoletani, entrambi a otto mesi ciascuno, pena sospesa. 

In aula, assistiti dall'avvocato Angelo Pisani, la madre del giovane di Scampia ucciso, Antonella Leardi, e suo padre Giovanni. "La pena inflitta è congrua e giusta, per De Santis non provo odio perchè l'ho perdonato", ha detto la mamma Antonella dopo la lettura della sentenza.

Anche questa volta De Santis si è presentato in aula in barella. I pm hanno rinunciato alle repliche e rapidamente i giudici si sono riuniti in camera di consiglio.

"Una sentenza esemplare, questo si aspetta non solo la famiglia di Ciro ma anche tutto il mondo ancora sano del calcio italiano - ha dichiarato poco prima del verdetto l'avvocato di parte civile Angelo Pisani - Quanto sta ulteriormente emergendo in queste ore sul mondo del calcio mostra ancora una volta il quadro di uno sport avvelenato, inquinato, sporco".

"Rendendo giustizia a un innocente come Ciro Esposito, che quella tragica mattina sacrificò la propria vita per mettere in salvo donne e bambini dalla violenza ultrà - ha proseguito Pisani - lo Stato italiano darà un segnale decisivo per fermare o quanto meno arginare questa barbarie, dentro e fuori gli stadi. Attendiamo il verdetto come un passo importante verso la verità perché resta da indagare sui complici mascherati di De Santis, fuggiti dopo l’assalto e su tutte le altre responsabilità di quella giornata, anche per il giusto risarcimento che si deve alla famiglia Esposito".

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