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Sabato, 20 Aprile 2024
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Rebibbia: coltello artigianale in cella, detenuto si scaglia contro agenti della penitenziaria

Il 26enne si trova nella casa circondariale della Tiburtina per il reato di rapina. Il Sappe: "Situazione nelle carceri allarmante"

Movimentata perquisizione in carcere a Rebibbia. Gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno infatti esaminato e perquisito le celle e, in una di queste, hanno trovato un coltello artigianale. Due poliziotti penitenziari sono stati aggrediti e feriti dal detenuto che occupava la cella. A darne notizia è Maurizio Somma, Segretario nazionale per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. I fatti sono accaduti nella gioranta del 6 febbraio nella casa circondariale della Tiburtina.

Coltello artigianale in cella 

"Durante la perquisizione ordinaria, in una cella della V Sezione Penale è stato rinvenuto un coltellino artigianale ed il detenuto, alla contestazione dell’addebito, ha improvvisamente aggredito l’Ispettore di Polizia Penitenziaria di servizio - le parole di Somma -. Non contento, giunto in infermeria, il detenuto ha aggredito anche uno dei poliziotti che lo aveva accompagnato. Il ristretto è italiano, 26 anni, ristretto per i reati di rapina ed altro con fine pena novembre 2019. E’ gravissimo che due colleghi siano stati aggrediti e feriti mentre era in corso l’operazione di servizio e ci attendiamo, ora, adeguati strumenti disciplinari e penali verso i responsabili. A loro, ai poliziotti feriti, va tutta la nostra vicinanza e solidarietà".

Situazione delle carceri allarmante 

"La situazione nelle carceri del Lazio, dove oggi sono detenute 6.326 persone rispetto ai circa 5.000 posti letto è sempre tesa ed allarmante”, denuncia il Segretario Generale SAPPE Donato Capece. “I numeri riferiti agli eventi critici avvenuti nelle celle delle carceri del Lazio nell’interno anno 2017 sono inquietanti: 783 atti di autolesionismo, 62 tentati suicidi, 738 colluttazioni e 95 ferimenti. I suicidi sono stati 8 mentre i detenuti deceduti per cause naturali sono stati 9. Sono state, infine, 4 le evasioni da penitenziari laziali.  E la cosa grave è che questi numeri si sono concretizzati proprio quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario ‘aperto’, ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici ed occasionali della Polizia Penitenziaria".

Caso di autolesionismo 

Nelle carceri di Viterbo (129) e Frosinone (127) si sono contati il più alto numero di atti di autolesionismo, mentre è nelle carceri romane di Rebibbia (17) e di Regina Coeli (15) che la Polizia Penitenziaria ha sventato in tempo tentativi di suicidio di detenuti.

Celle aperte

Per il SAPPE "lasciare le celle aperte più di 8 ore al giorno senza far fare nulla ai detenuti – lavorare, studiare, essere impegnati in una qualsiasi attività – è controproducente perché lascia i detenuti nell’apatia: non riconoscerlo vuol dire essere demagoghi ed ipocriti”. E la proposta è proprio quella di “sospendere la vigilanza dinamica: sono infatti state smantellate le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali, con detenuti di 25 anni che incomprensibilmente continuano a stare ristretti in carceri minorili".

Affollamento delle prigioni 

Capece torna a sottolineare l’alto dato di affollamento delle prigioni italiane: "oggi abbiamo in cella 58.087 detenuti per circa 45mila posti letto: 55.646 sono gli uomini, 2.441 le donne. Gli stranieri sono il 35% dei ristretti, ossia 19.818. Mancano Agenti di Polizia Penitenziaria e se non accadono più tragedie più tragedie di quel che già avvengono è solamente grazie agli eroici poliziotti penitenziari, a cui va il nostro ringraziamento. Un esempio su tutti: negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 18mila tentati suicidi ed impedito che quasi 133mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze".

Attenzione del Parlamento 

Critico, infine, il giudizio del SAPPE sulla riforma dell’ordinamento penitenziario all’attenzione del Parlamento: "I dati ci confermano che le aggressioni, i ferimenti, le colluttazioni - che spessissimo vedono soccombere anche gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, sempre più contusi e feriti da una parte di popolazione detenuta prepotente e destabilizzante – sono sintomo di una situazione allarmante, per risolvere la quale servono provvedimenti di tutela per gli Agenti e di sicurezza per le strutture carcerarie e certo non leggi che allarghino le maglie della sicurezza penitenziaria".

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