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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Musicista pestato: Christian, la brigata Monti e il saluto romano su facebook

Una vita al servizio del quartiere. La filosofia di vita di uno degli aggressori di Alberto Bonanni, tra ideali politici "estremi" e falsi miti da seguire. E spunta anche la Brigata Monti

La violenza si è consumata in pochi minuti, lo scorso 25 Giugno, ma la rabbia di chi l'ha eseguita potrebbe essere figlia di influenze sociali e politiche fuorvianti, che andavano avanti da tempo. Elementi di questo genere si intuiscono sfogliando la pagina Facebook di uno degli aggressori: Christian Perozzi.

Poco più di un ragazzo, Christian faceva parte, la notte del 25 Giugno scorso, del "branco" che ha aggredito per futili motivi il musicista Alberto Bonanni, ora ricoverato in ospedale in stato di morte cerebrale.
 
Sul cuore, Christian, si era tatuato il suo simbolo di appartenenza: lo "stemma" della Brigata Monti, del suo quartiere, anzi, della sua vera famiglia. E lo portava orgoglioso, a giudicare dalla foto pubblicata sul suo profilo Facebook. Numerose le immagini, presenti sempre all’interno della sua pagina sul social network, in cui esibiva il saluto fascista, sia da solo che in compagnia dei suoi amici. La prima immagine che compare sul suo profilo Facebook, conferma ulteriormente il suo orientamento politico, vicino all'estrema destra: Christian Perozzi si propone chino, col cappello in testa intento a leggere una copertina di cronaca del Messaggero: la lettura è concentrata sull’articolo in basso e il titolo dice: "Casapound, quattro denunciati", notizia considerata da lui pessima, data la sua posa china.
 
Non mancavano, poi, citazioni di quelli che per lui sembrano essere dei veri e propri miti, quasi degli esempi da seguire: da quelle "famose" del Freddo e del Dandi (personaggi di "Romanzo Criminale", ispirati a due membri della Banda della Magliana, ndr) alle frasi inneggianti a Luciano Liboni, il super bandito romano, morto nel 2004 in seguito ad una rocambolesca fuga dalle autorità. 
 
Le più emblematiche sono, però, le immagini di gruppo, insieme ai suoi amici. Il quartiere, oltre che lo sfondo delle foto, assume una posizione di soggetto, trasformandosi in un filo invisibile che lega tutti, abbracciati e sorridenti. Tutto questo è comunque solo uno spaccato della realtà di Christian Perozzi, e del suo gruppo. Ora saranno gli inquirenti a dover entrare più a fondo nel loro mondo, nella loro mentalità, per capirne di più, ma soprattutto, per fare giustizia.

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