Omicidio Fabrizio Piscitelli, chi ha ucciso Diabolik? Caccia al killer vestito da runner
Piscitelli è deceduto sul colpo, freddato da un colpo di pistola calibro 7,65 alla nuca mentre era seduto su una panchina. Non è escluso che Diabolik avrebbe dovuto incontrarsi con il killer
Un colpo di pistola calibro 7,65 ha squarciato il tardo pomeriggio del 7 agosto. Qualche attimo di lungo silenzio e un uomo in pantaloncini corti e t-shirt chiara si è accasciato sul terreno con gli occhi che per l'ultima volta hanno fissato il cielo azzurro, prima di chiudersi per sempre. Quel corpo ormai senza vita è di Fabrizio Piscitelli, noto come Diabolik, uno degli storici capi ultrà della Lazio e tra i fondatori degli Irriducibili, la frangia più calda della Curva Nord.
Sono le 18:50 circa di mercoledì quando qualcuno lo colpisce di sorpresa mentre era seduto su una panchina del Parco degli Acquedotti che affaccia su via Lemonia, ha puntato l'arma e ha fatto fuoco. Un colpo preciso che ha trafitto mortalmente il 53enne alla testa trapassandolo all'altezza dell'orecchio sinistro. A dare l'allarme un passante che ha chiamato i soccorsi, ormai inutili, e le forze dell'ordine. E' qui che sono iniziate le indagini della Squadra Mobile della polizia di stato e della Direzione Distrettuale Antimafia per capire chi ha ucciso Fabrizio Piscitelli.
Le indagini sull'omicidio di Diabolik
E' stata una esecuzione. Su questo non ci sono dubbi. Piscitelli abitava poco distante da viale Lemonia ed è molto probabile che si sia recato al Parco degli Acquedotti perché aveva un appuntamento con qualcuno. Gli inquirenti, su questo punto, ancora non si sbilanciano ma l'ipotesi è forte.
Così come appare che avrebbe dovuto incontrarsi proprio con il killer il quale, all'appuntamento, si è però presentato confondendosi tra la gente, davanti alle palazzine residenziali che affacciano nell'area verde. L'unico colpo sparato dall'omicida è stato esploso dall'alto verso il basso.
Sarebbero almeno due i testimoni presenti in quel momento: un ragazzo che faceva jogging e una donna. La salma è stata portata all'istituto di medicina legale di Tor Vergata per l'esame autoptico.
Chi era Fabrizio Piscitelli, il Diabolik storico ultrà della Lazio
L'identikit dell'assassino di Fabrizio Piscitelli
Chi indaga non ha dubbi: il killer di Fabrizio Piscitelli è stato "sfacciato" e "spietato", "sapeva quello che stava facendo". Ha agito a colpo sicuro. L'assassino prima di sparare si è coperto il volto. Ma c'è di più.
Secondo quanto ricostruito chi ha sparato era in tenuta da corsa per meglio passare inosservato all'interno del Parco degli Acquedotti dove in tanti fanno jogging. Era a piedi e, come ha riferito alla polizia un testimone, ci sarebbe stato un complice che lo avrebbe atteso dopo la curva di viale Lemonia. Gli agenti della Scientifica, invece, hanno lavorato fino a tardi a caccia di impronte che possano ricostruire l'esatta dinamica e fornire elementi utili per rintracciare l'assassino.
Omicidio Diabolik: indaga la distrettuale antimafia
Sull'omicidio di Fabrizio Piscitelli indagheranno anche i magistrati della direzione distrettuale antimafia: a piazzale Clodio è stato aperto un fascicolo a carico di ignoti. A coordinarlo il pm di turno e il magistrato della Dda.
L'arma del delitto non è stata trovata e non è ancora chiaro se ad ucciderlo sia stato un regolamento di conti e se l'omicidio possa essere legato alla criminalità organizzata. Così come non viene esclusa l'ipotesi di una faida in ambienti ultras, ma questa pista appare meno plausibile.
Nel 2013 - Arrestato Diabolik a Casalotti: Fabrizio Piscitelli tradito dalla sua Lazio
Il nome di Diabolik era comparso più volte nelle indagini delle forze dell'ordine e anche nelle carte di Mafia Capitale dove si leggeva come gli inquirenti lo consideravano a capo della 'batteria di Ponte Milvio' "particolarmente agguerrita e pericolosa". "Ha fatto una scalata pazzesca, controlla Ponte Milvio con due albanesi e i napoletani, gente cattiva", dice lo spacciatore 'Freddi' parlando del capo degli ultras della Lazio.
I messaggi di cordoglio dei tifosi della Lazio
Secondo quanto accertato dagli uomini del Gico, inoltre, "Piscitelli è più volte assurto agli onori della cronaca giudiziaria: dai rapporti, risalenti agli anni tra il 1991 ed il 1992, con il noto Michel Senese il quale, proprio attraverso Fabrizio Piscitelli e il fratello Gennaro Senese, stringeva accordi con il Clan Abate, all'epoca egemone nell'area di San Giorgio a Cremano (in provincia di Napoli), ma con interessi nella Capitale, finalizzati all’approvvigionamento di eroina dalla Turchia, via Germania, e di hashish dalla Spagna, al più recente processo connesso alla scalata alla Lazio ovvero, ancora, agli innumerevoli episodi di violenza negli stadi", si legge nelle carte dell'operazione Ginko.
Striscione per Diabolik al Colosseo
Amici e parenti in lacrime per la morte di Piscitelli
In tanti, fin da subito, si sono recati in viale Lemonia. Primi tra tutti gli amici, la sorella e il fratello di Piscitelli. Poi qualche ultras della Lazio e la figlia Giorgia in lacrime (tre settimane fa si era sposata). Tra la folla silenziosa qualcuno ha portato anche mazzi di fiori per Diabolik. Appena si era diffusa la notizia diverse sono state le reazioni e i commenti sui social da parte dei tifosi biancocelesti, e di tutto il mondo del tifo organizzato.