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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Abbattute le prime antenne di Radio Vaticana: esultano i cittadini di Cesano

Il Comitato Bambini senza onde chiede chiarezza sul programma di smantellamento e sulle nuove tecnologia che lo Stato Vaticano indende adottare per le trasmissioni

Quattro antenne radiofoniche alte 120 metri ciascuna sono state abbattute. Sono quelle di Radio Vaticana che si trovano a ridosso della ferrovia. In particolare tra le fermate di Cesano e Olgiata. Da anni il Comitato Bambini senza onde e i cittadini del quadrante Nord di Roma chiedono che si prendano provvedimenti seri contro l'inquinamento elettromagnetico prodotto dall'impianto della Radio. E le prime antenne sono state letteralmente buttate giù.

UN RISULTATO IMPORTANTE - Quello iniziato intorno all'8 maggio 2014 è il primo abbattimento simile dell'impianto radiofonico. "E' un momento storico, una cosa del genere non è mai successa", ha commentato Fabio Rollo del Comitato Bambini senza onde, "Sappiamo che la demolizione dell'impianto ha dei costi, ma la Radio finalmente ha deciso di iniziarla. Questo ci fa ben sperare anche per il futuro". Un risultato positivo dunque è stato raggiunto. Ma ci sono voluti anni di lotte continue dentro e fuori dai tribunali.

I COMITATO - Le antenne di Radio Vaticana sono lì all'incirca dagli anni Cinquanta. Ma è solo nel 1998 che nascono il Comitato Bambini senza onde e la sua battaglia contro l'inquinamento elettromagnetico. "Tutto è nato quando le famiglie della zona hanno cominciato a ritrovarsi nelle corsie di ospedale per combattere la stessa malattia. Una forma di leucemia infantile che si stava manifestando troppo frequentemente. Era ovvio che qualcosa non tornava", ha raccontato il portavoce del Comitato Augusto Rossi, "nella sola scuola materna elementare di mia figlia c'erano tre bambini malati". E così è iniziata la nostra lotta.

UN LOTTA LUNGA ANNI - Una battaglia che è andata avanti per anni e continua ancora adesso. "Alla fine degli anni Novanta, abbiamo coinvolto l'allora assessore all'Ambiente Hermanin. Sono state fatte verifiche sulla salubrità dell'ambiente e ne è venuto fuori che i valori riscontrati erano molto al di sopra della media e contro la legge", ha continuato Rossi. E' quindi iniziato il lungo processo contro lo Stato Vaticano che si è concluso solo nel 2011 con una sua condanna al risarcimento dei danni. "Del resto il Vaticano sapeva della pericolosità dell'emissioni, alcuni documenti dimostrano infatti che avevano fatto spostare i cittadini da altre zone vicine alle antenne. Nessuno però aveva detto nulla a noi", ha detto il Portavoce del Comitato.

Cesano, abbattimento antenne di Radio Vaticana

LA CONDANNA - Sebbene dopo una lunga attesa, la condanna penale è arrivata. E' invece ancora fermo un secondo processo per omicidio colposo e relativo ai danni per la salute intentato contro il paese straniero. "Qualche anno fa c'è stata una perizia che ha stabilito un collegamento tra le antenne e le malattie che si sono sviluppate tra gli abitanti della zona", ha continuato Rossi, "ma per il momento il processo è fermo. Si aspettano nuovi dati scientifici. Da parte del Vaticano del resto non sembra esserci nemmeno volontà di chiarezza, non si sa nemmeno bene chi siano i responsabili tecnici".

LA RICERCA DI CHIAREZZA - Del resto l'obiettivo del Comitato non è quello di ottenere una condanna di chicchessia. Quanto piuttosto quello di vivere in un ambiente salubre e quindi di avere chiarezza su prossimi movimenti di smantellamento. "Cesano appartiene a Roma e alla sua storia. E' un territorio da tutelare. Del resto se i cittadini fossero stati avvisati che si trattava di una zona inquinata non vi si sarebbero trasferiti. Ma le prime indagini sono iniziate solo dopo 40 anni dall'insediamento delle antenne e dopo una lunga lotta. Ora che l'abbattimento dell'impianto è in programma, noi chiediamo alle Istituzioni chiarezza sui progetti di abbattimento e sulle nuove tecnologie che sostituiranno le vecchie. Non vogliamo entrare nel merito dei lavori, ma solo essere informati per evitare che si verifichino nuovi casi di inquinamento", ha concluso Rossi.

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