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Cronaca Prati / Via Domenico Millelire

Massaggi hot all'ombra del Cupolone: clienti ripresi dalle telecamere, arrestata la 'mamasan'

I locali di via Domenico Millelire sono stati chiusi dagli agenti della Polizia Locale. In manette la gestrice, una donna di 44 anni

Offrivano prestazioni particolari ai clienti su pressione della gestrice dell'attività . A scoprire e chiudere un centro massaggi hot a due passi da San Pietro, in zona Cipro, gli agenti della Polizia Locale di Roma Capitale, impegnati nelle attività volte al contrasto dello sfruttamento della prostituzione di giovani ragazzi cinesi, spesso costrette a vivere all'interno degli stessi locali impiegati per nascondere l'attività a luci rosse.

IL BLITZ - Il blitz dei 'caschi bianchi' del Gruppo Spe, coordinati dal vice comandante Lorenzo Botta, questa mattina con gli uomini della municipale che hanno eseguito un'ordinanza di arresto nei confronti di una cittadina cinese di 44 anni, la mamasan che gestiva la propria attività in via Domenico Millelire. 

CLIENTI RIPRESI DALLE TELECAMERE - In particolare le indagini degli agenti del Gruppo Sicurezza Emergenziale, sono iniziate nell'aprile dello scorso anno, ed hanno visto l'impiego di intercettazioni telefoniche ed ambientali. Inoltre alcuni agenti, fingendosi clienti, hanno collocato microfoni e telecamere all'interno del centro massaggi orientale. 

PRESSIONI DELLA MAMASAN - E' così emerso un quadro in cui la mamasan esercitava pressioni sulle ragazze per incitarle a spingersi sempre più oltre nelle offerte sessuali da praticare ai clienti, minacciando inoltre, di lasciare in assoluta povertà le dipendenti che manifestavano delle remore. 

Chiuso centro massaggi a luci rosse


 

I PESCATORI - Inoltre, le intercettazioni hanno rilevato come la 44enne istruisse le ragazze a riconoscere gli eventuali agenti in borghese, chiamati in gergo "I pescatori" (sebbene in lingua cinese) dicendo loro che "I pescatori non ti toccano mai", e di diffidare del cliente che non volesse toccarle o essere toccato nelle parti più intime. Una storia di sfruttamento e degrado nei confronti delle ragazze immigrate, il cui compenso effettivo, per ogni singola prestazione, corrispondeva a soli cinque euro, a fronte dei lauti guadagni della titolare. La cittadina cinese dovrà ora attendere l'esito del processo in condizione di detenzione domiciliare.

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