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Cronaca Quadraro

Centro massaggi a luci rosse a Porta Furba: dalle prestazioni "preliminari" a quelle estreme, il tariffario

Le indagini, concluse a seguito di una lunga attività fatta di appostamenti ed intercettazioni anche ambientali é accusata in particolare dello sfruttamento di due ragazze

Erano arrivate a Roma dalla Cina con la speranza di poter cambiare vita. Un lavoro, un alloggio e tanti progetti. I loro sogni, però, si sono trasformati in incubo e così, per sopravvivere, erano costrette a prostituirsi guadagnando denaro appena sufficiente a coprire le spese della sopravvivenza in Italia.

A scoprire la situazione sono stati gli agenti della Polizia Locale di Roma Capitale dopo un blitz nella zona di Porta Furba. Questa mattina i caschi bianchi della Sicurezza Pubblica Emergenziale, alle dirette dipendenze del Comandante Stefano Napoli, hanno dato esecuzione ad una misura di custodia cautelare emessa dalla Procura della Repubblica di Roma, nei confronti di una 44enne di nazionalità cinese.

Era lei, infatti, secondo i riscontri investigative ad aver trasformato un centro massaggi in un luogo a luci rosse, sfruttando una serie di giovani connazionali.

Le indagini, concluse a seguito di una lunga attività fatta di appostamenti e intercettazioni anche ambientali e al monitoraggio via web di una serie di annunci pubblicati, hanno portato all'accusa dello "sfruttamento di due ragazze", sue connazionali, "importate" dalla Cina con la promessa di un lavoro ma costrette a prostituirsi nel centro hot, in cambio di un compenso.

Il tariffario era fisso: i clienti pagavano dai 10 ai 20 euro per "prestazioni preliminari" fino a 100 euro per una più estrema passando per i 50 euro per un rapporto sessuale classico. Le ragazze, invece, mettevano in tasca una percentuale minima, variabile tra i 5 e i 15 euro, a seconda della prestazione.

Il vitto e l'alloggio, invece, era garantito dalla 'Mamasan' 44enne. I clienti, per maggior parte di nazioalità italiana, erano età compresa tra i 30 e i 70 anni.

Il locale di via Marco Celio Rufo era già stato oggetto di un controllo da parte degli agenti della Polizia Locale per episodi sempre legati al mondo della prostituzione orientale. Ulteriori accertamenti sono tuttora in corso su presunte irregolarità di natura amministrativa.

"Questo è solo l'ultimo degli interventi eseguiti dalla Polizia Locale della Capitale e volti a contrastare queste attività illegali basate sullo sfruttamento di giovani donne: è di qualche giorno fa il sequestro di un altro centro massaggi alle spalle di Porta Pia , quando gli agenti del I Gruppo "Trevi" , durante alcuni controlli per verificare il rispetto delle norme anti- contagio, hanno scoperto l'attività illecita, basata su pratiche di "happy ending"  in aggiunta ai servizi tipici del centro benessere. Una donna di 60 anni, di nazionalità thailandese, è stata denunciata per induzione e sfruttamento della prostituzione", si legge in una nota dalla Polizia Locale.

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