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Cronaca

Ostia, la Cassazione: "Clan Fasciani è organizzazione mafiosa"

Accolto il ricorso della procura generale di Roma

Il clan Fasciani di Ostia è una organizzazione di "carattere mafioso". È quanto scrive la Cassazione, spiegando perché ha accolto il ricorso della Procura generale di Roma contro la sentenza di appello che aveva fatto cadere l'aggravante mafiosa nei confronti degli imputati, ritenendoli responsabili solo di associazione a delinquere, riducendo così nettamente le condanne che in primo grado erano state pesantissime, con pene complessive di oltre 200 anni di carcere al clan che fa a capo a don Carmine Fasciani.

"La sentenza di appello - si legge nelle motivazioni - ha violato il precetto espresso dall'articolo 416 bis del codice penale" e "si è sottratta all'obbligo di motivazione pervenendo ad una conclusione contraddittoria quando non, per alcuni rilevanti aspetti, apodittica".

Il "disconoscimento del carattere mafioso del gruppo facente capo a Carmine Fasciani da parte della Corte di merito", osservano ancora i supremi giudici, oltre a "violare la norma incriminatrice", è contraddittorio "quando non manifestamente illogico" anche "rispetto alle acquisizioni probatorie date per conseguite dallo stesso giudice". 

La Corte d'appello di Roma, dunque, in diversa composizione, dovrà riesaminare la vicenda e "a partire dal carattere mafioso del gruppo" rivalutando ogni questione "circa la partecipazione, con il relativo grado e consapevolezza, degli imputati al predetto sodalizio". Si riapre quindi tutto l'impianto accusatorio del pubblico ministero Ilaria Calò che, nel luglio del 2013, portò all'arresto di 51 persone.

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