rotate-mobile
Cronaca

Processo Casamonica, parla il pentito: "Minacciarono di sciogliermi nell'acido"

A dirlo Massimiliano Fazzari, il collaboratore di giustizia, sentito in videoconferenza nel corso del maxiprocesso al clan dei Casamonica

"Mi hanno minacciato di sciogliermi nell'acido se non li avessi aiutati". Sono le parole di Massimiliano Fazzari, il collaboratore di giustizia, sentito in videoconferenza nel corso del maxiprocesso al clan dei Casamonica che vede oltre 40 persone imputate con accuse che vanno dall'associazione mafiosa dedita al traffico e allo spaccio di droga, all'estorsione, l'usura e detenzione illegale di armi.

Al processo si è arrivati dopo l'indagine 'Gramigna' e 'Gramigna bis' che disegnarono anche la mappa dello spaccio e del potere dei Casamonica. 

"Il primo dei Casamonica che ho conosciuto è stato Massimiliano che era sposato con un'amica della mia ex compagna. In quel periodo ero in difficoltà e mi servivano soldi perché una persona era scappata con la droga", racconta Fazzari che poi aggiunge: "Ho vissuto per un periodo in vicolo di Porta Furba dove vivono gli altri Casamonica. Mentre Massimiliano era in carcere, girava la voce che la moglie Debora Cerreoni lo tradisse. Liliana Casamonica venne da me e mi chiese se sapevo qualcosa, arrivando a minacciarmi di squagliarmi nell'acido se non avessi raccontato ciò che sapevo".

Debora Cerreoni, nell'inchiesta, aveva avuto un ruolo chiave secondo gli inquirenti perché aveva svelato le logiche del clan.

Chi sono i Casamonica: tutto sul clan

"Allora - ha proseguito Fazzari - ho costretto la mia ex compagna a registrare un incontro con Debora perché aveva paura di quello che ci potevano fare. Poi la consegnai la registrazione di quell'incontro a Liliana che aggredì Debora e la portò in un appartamento". Fazzari, nel corso dell'udienza, ha inoltre ricordato i suoi legami con la 'ndrangheta.

Casamonica, le vittime ora collaborano: "Il clan fa paura. Impossibile uscirne vivi"

Il pentito, nelle carte dell'indagine 'Gramigna bis', aveva raccontato agli inquirenti anche altri particolari. "I Casamonica non si limitavano ad avere un atteggiamento costantemente intimidatorio. Nel loro territorio hanno un controllo equiparabile a quello che può avere un locale di 'ndrangheta in un paese calabrese; ribadendo anche di ruoli interni alla struttura criminale, di potere gerarchico".  

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Processo Casamonica, parla il pentito: "Minacciarono di sciogliermi nell'acido"

RomaToday è in caricamento