Casalesi nel Lazio: sgominate organizzazioni legate a De Angelis e Maresca
Quaranta le custodie cautelari emerse, di cui nove di tipo domiciliare. I due gruppi avevano acquisito illecitamente il controllo di numerose attività commerciali, soprattutto autosaloni
Trentuno persone finite in carcere e nove quelle agli arresti domiciliari mentre altre trentatre sono indagate a piede libero. Sono i risultati più significativi dell'operazione dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma che con la collaborazione dei reparti di Frosinone, Latina e Caserta, ha consentito di individuare due organizzazioni criminali.
L'operazione ha consentito di porre fine al “sodalizio mafioso” che faceva capo a Gennaro De Angelis e confederato al clan dei Casalesi. Negli anni il clan aveva realizzato un vero e proprio impero economico, acquisendo la gestione di numerose attività commerciali e imprenditoriali.
L'altra organizzazione colpita dalle indagini della Procura e dei Carabinieri fa capo al noto pregiudicato Ciro Maresca, originario di Castellammare di Stabia e da tempo stabilitosi nella Capitale.
A questa banda si addebita la realizzazione sistematica di estorsioni, ricettazione e riciclaggio in danno di imprenditori operanti nel settore del mercato delle autovetture.
Nel corso della conferenza stampa il capo della direzione distrettuale antimafia di Roma, Giancarlo Capaldo ha dichiarato che "in questa indagine il ruolo delle intercettazioni telefoniche è stato decisivo per tutta la durata dell'inchiesta al fine di ricostruire i rapporti tra le persone e per conoscere nel dettaglio l'attività criminale dei clan". Secondo Capaldo importante "é stato anche l'apporto dei collaboratori di giustizia che hanno fornito elementi fondamentali sia sulla storia dei clan che dei loro leader".
L'operazione ha consentito di porre fine al “sodalizio mafioso” che faceva capo a Gennaro De Angelis e confederato al clan dei Casalesi. Negli anni il clan aveva realizzato un vero e proprio impero economico, acquisendo la gestione di numerose attività commerciali e imprenditoriali.
L'altra organizzazione colpita dalle indagini della Procura e dei Carabinieri fa capo al noto pregiudicato Ciro Maresca, originario di Castellammare di Stabia e da tempo stabilitosi nella Capitale.
A questa banda si addebita la realizzazione sistematica di estorsioni, ricettazione e riciclaggio in danno di imprenditori operanti nel settore del mercato delle autovetture.
Nel corso della conferenza stampa il capo della direzione distrettuale antimafia di Roma, Giancarlo Capaldo ha dichiarato che "in questa indagine il ruolo delle intercettazioni telefoniche è stato decisivo per tutta la durata dell'inchiesta al fine di ricostruire i rapporti tra le persone e per conoscere nel dettaglio l'attività criminale dei clan". Secondo Capaldo importante "é stato anche l'apporto dei collaboratori di giustizia che hanno fornito elementi fondamentali sia sulla storia dei clan che dei loro leader".