Casal Bruciato: famiglia rom assegnataria lascia casa popolare, una mamma tenta di occuparla
In piazza ancora CasaPound. La presidente Della Casa: "La famiglia aveva avuto regolare assegnazione, ora cercheremo una seconda proposta da potergli fare"
Tensioni lunedì mattina a Casal Bruciato dove proseguono le proteste contro l'assegnazione di una casa popolare ad una famiglia di origini rom. Dopo che domenica alcuni residenti hanno impedito che il nucleo familiare potesse prendere possesso dell'alloggio assegnatogli, con la famiglia che ha rinunciato alla tanta agognata casa, andando via con la scorta dei carabinieri, la periferia romana torna ad essere una polveriera. A dare manforte alla rivolta di lunedì 8 aprile ci ha pensato CasaPound, scesa in strada in via Cipriano Facchinetti al grido di "prima gli italiani".
Con la famiglia rom che di fatto ha rinunciato all'assegnazione dell'appartamento, lo stesso è stato occupato questa mattina da una ragazza di 21 anni, entrata nell'abitazione assieme al figlio di 6 mesi. Da qui l'intervento della polizia, arrivata in via Facchinetti con gli agenti del Reparto Mobile in assetto antisommosa. A Casal Bruciato anche i poliziotti del Commissariato Sant'Ippolito con il Primo Dirigente dell'ufficio di polizia di San Basilio che dopo una mediazione ha convinto la donna a lasciare l'appartamento appena occupato con la figlia.
Dopo Pietralata, dove due sorelle marocchine vennero accolte con insulti da una decina di residenti contrari all'assegnazione della loro casa popolare in via del Peperino, con la protesta rientrata e le due donne a ricevere la solidarietà del resto del quartiere, lo scorso 2 aprile un'altra protesta era scoppiata a Torre Maura, in quella passata alle cronache coma la rivolta anti rom di via dei Codirossoni,
Intanto in strada CasaPound ha proseguito la sua protesta: "Dopo Torre Maura, oggi siamo a Casal Bruciato in sostegno della protesta dei residenti del quartiere contro l'assegnazione di una casa popolare ai rom che è stata impedita - le parole di Davide Di Stefano, responsabile romano di CasaPound -.È inammissibile che famiglie italiane col massimo punteggio in graduatoria ed in attesa da anche dieci anni di una casa popolare, vengano scavalcate da rom e stranieri. Questo è il vero razzismo ma i romani non sono più disposti a subire e noi siamo con loro".
"L’assegnazione di un alloggio popolare a una famiglia rom e lasciare fuori famiglie italiane che sono in attesa da anni è vero razzismo verso i romani" ha commentato Laura Corrotti, consigliera della Lega in regione. "Mi auguro che sia il Comune che il Municipio IV prendano coscienza del totale fallimento amministrativo sul tema casa e trovino al più presto una soluzione per Noemi e la sua famiglia".
Sui fatti di Casal Bruciato è poi arrivata la nota del Campidoglio: "Gli uffici del Dipartimento Patrimonio e Politiche Abitative di Roma Capitale hanno preso contatto con la famiglia a cui è stato legittimamente consegnato venerdì 5 aprile un alloggio popolare in via Cipriano Facchinetti. La famiglia ha sporto regolare denuncia per minacce subite nella giornata di ieri e gli uffici competenti sono impegnati nel trovare una soluzione al fine di tutelare la famiglia e il rispetto delle norme".
"Le assegnazioni delle case di Edilizia Residenziale Pubblica vengono effettuate esclusivamente e scrupolosamente in base alla disponibilità degli immobili e all’ordine delle graduatorie, escludendo qualsiasi discriminazione, possa essere essa di etnia, credo o religione. Le graduatorie - concludono dal Campidoglio - rispettano i dettami della normativa regionale vigente e sono stilate in base ai criteri stabiliti nel bando comunale, che è stato emanato nel 2012".
Una rivolta anti rom che ha trovato la ferma condanna della presidente del IV Municipio Tiburtino Roberta Della Casa: "E' assurdo, la famiglia rom è stata scortata dai carabinieri. Con il clima che c'è qui non credo che abbiano intenzione di tornare", le parole della presidente all'Adnkronos, in relazione all'appartamento in via Facchinetti 90, che era stato assegnato a una famiglia rom dal Comune di Roma in base alle graduatorie.
"La famiglia aveva avuto regolare assegnazione, ora cercheremo una seconda proposta da potergli fare - aggiunge Della Casa -. Posso aggiungere che sicuramente non era una famiglia sgombrata da un campo e che aveva tutte le carte in regola per avere questa casa. Tra i requisiti c'è anche quello di un'occupazione lavorativa, perché nelle case popolari ci sono da pagare i canoni di locazione, anche se sono minimi, e deve essere garantita la solvibilità del canone".
"Molte di queste situazioni sono purtroppo strumentalizzate da una parte politica che fomenta l'odio razziale - sottolinea ancora la Presidente del IV Municipio -. Quando sono arrivata qui ho sentito qualcuno che diceva che i rom sono tutti ladri ma l'esperienza amministrativa mi dice che molti reati invece vengono commessi da italiani". "Generalizzare rispetto all'etnia è qualcosa che mi riporta molto lontano nel tempo, il fascismo c'è stato tanti anni fa e mi auguro che non si torni a quello".
Condanna per i fatti di Casal Bruciato è arrivata dalla Croce Rossa di Roma: "Apprendiamo con stupore, preoccupazione e tristezza le notizie che arrivano da Casal Bruciato. C'è un clima preoccupante che alimenta pesanti forme di discriminazione nei confronti delle persone Rom e Sinte della città. Quello che vogliamo sottolineare oggi riguarda il rispetto dello stato di diritto e dei diritti delle persone. Nel caso specifico chi è risultato idoneo all'assegnazione della casa popolare ha la piena legittimità e diritto ad usufruirne ed accedere e le Istituzioni devono garantire che questo accada".
"Capiamo e siamo noi stessi impegnati nel sostenere le forme di disagio e marginalità economica e sociale di ampie fasce di popolazione soprattutto nelle periferie, ma ci sembra che negare i diritti in questo caso alle persone Rom non sia la strada per risolvere problemi che vanno affrontati in altro modo. Va detto - prosegue la nota di Croce Rossa - anche, che nella progettualità del superamento dei campi è elemento fondamentale l'inclusione abitativa sia nell'edilizia popolare che privata".
"Se si fanno le barricate all'accesso alle case popolari o nei quartieri, come si pensa che si possano superare i campi andando oltre i semplici sgomberi? L'integrazione e l'inclusione sono forme di rispetto dei diritti di tutti. Ci auguriamo - conclude CRI Roma - che tutti ne abbiamo consapevolezza. Il nostro messaggio per oggi, 8 Aprile, giornata internazionale del Popolo Rom, è "Prima L'Umanità". Di questo, crediamo, che tutti dobbiamo saper fare tesoro".
Una protesta che segue la rivolta anti rom di Torre Maura con CasaPound che conclude annunciando una nuova mobilitazione anti rom: "Mercoledì - aggiunge Davide Di Stefano - saremo in piazza a Casalotti, in un altro quartiere popolare, dove vogliono trasferire i rom di Torre Maura". La manifestazione si svolgerà alle 18 in via di Casalotti.