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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Botte e insulti agli anziani ospiti della casa di riposo a Casal Palocco: chieste le condanne

I fatti risalgono al 2016. Mercoledì le richieste della procura: 4 anni e 6 mesi di carcere per la coordinatrice, tre anni per gli altri imputati

Arrivano le richieste di condanna per il processo sui maltrattamenti nella casa di riposo Villa Fidia di Casal Palocco, in cui sono imputati quella che ai tempi era la coordinatrice della struttura insieme con la figlia, responsabile della società che la gestiva, il “tuttofare” della coordinatrice e un inserviente.

La pm Daniela Miscio ha chiesto per la coordinatrice della struttura 4 anni e 6 mesi di carcere, mentre per gli altri tre la richiesta è di 3 anni. Chiesta l’assoluzione, invece, per i due medici (un neurologo e il responsabile medico della struttura), imputati con l’accusa di falso in atto pubblico per avere firmato prescrizioni di medicinali, principalmente sedativi e anti psicotici, senza piano terapeutico.

Schiaffi e sedativi per zittire gli anziani ospiti

Il caso è esploso nel 2017, quando il parente di una delle anziane ospiti della casa di riposo ha sporto denuncia e spinto i finanzieri del gruppo di Ostia a indagare su quanto accadeva tra le mura di quell’apparentemente tranquilla palazzina immersa nel verde. Poco più di una decina le stanze in cui si consumavano le violenze, fisiche e psicologiche.

Gli anziani ospiti venivano schiaffeggiati e spintonati, trascinati per i capelli, insultati, lasciati per ore senza assistenza e con pochissima acqua perché “sennò avrebbero fatto troppa pipì”, bloccati a letto con legacci improvvisati oppure sedati con farmaci (Seroquel e Ritrovil) mai prescritti e non inseriti nel piano terapeutico.

"Vuoi morire come Gesù? Domani ti faccio la croce"

Nelle intercettazioni ambientali in mano alla procura si sentono frasi agghiaccianti: “Che brutta fine che fai, tra poco muori e non hai nessuno”, si sentivano dire gli anziani ospiti della struttura, e ancora “domani ti faccio le punture, quelle che fanno male. Vuoi morire come Gesù Cristo? Domani ti faccio la croce”. A chi chiedeva assistenza, in lacrime e terrorizzato, arrivavano nella migliore delle ipotesi insulti, nella peggiore botte o sedativi per non sentire più richieste e lamenti.

Tutti gli episodi contestati risalgono all’estate del 2016, l’arresto è arrivato un anno dopo. I pm, nella richiesta di rinvio a giudizio, avevano parlato di “un perdurante e grave stato di sofferenza fisica e psicologica” e di “condotte diverse, anche omissive, ma convergenti verso il medesimo fine, con reiterati atti lesivi dell’integrità fisica, percosse, schiaffi, tirate di capelli se avevano difficoltà a mangiare o se per le loro condizioni erano degenti ‘poco collaborativi’”. La sentenza è attesa a luglio.

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