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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

A Tor Bella Monaca la 'torre della legalità' fa paura: nessuno vuole abitare gli appartamenti (sgomberati) del boss

Da settembre ad oggi gli appartamenti sgomberati sono rimasti vuoti. L'assessore Zevi, incontrando associazioni e carabinieri, conferma le difficoltà nelle assegnazioni

Cinque appartamenti popolari sgomberati da mesi e ancora non assegnati. Il motivo? Davanti alla rosa di case libere da assegnare che propone il comune di Roma, nessuno sceglie quelle nella cosiddetta 'torre dalla legalità' di Tor Bella Monaca.

Un problema di cui il Campidoglio è a conoscenza tanto da parlarne in una riunione lo scorso martedì dove, tra gli altri, erano presenti carabinieri, i rappresentanti dell'associazione Tor Più Bella e l'assessore alle politiche abitative Tobia Zevi.

Il Comune ha ben chiara la situazione e sta lavorando. Ma il dato emerso è quello denunciato anche da chi vive il territorio e confermato dallo stesso assessore: quelle case nessuno le vuole. Almeno per ora. L'assessore Zevi che da settimane sta girando i quartieri per toccare con mano le criticità di ogni singolo territorio, proprio a Tor Bella Monaca ha parlato della difficoltà di trovare persone interessate a trasferirsi in quegli alloggi. Dal Campidoglio, però, non disperano e non si scompongono spiegando come passati "appena" quattro mesi dall'operazione di sgombero degli abusivi. Insomma c'è tempo.

Gli appartamenti scartati dagli assegnatari delle case popolari sono quelli di via Santa Rita da Cascia, e in particolare quelli nella torre 50, nel cuore del quartiere alla periferia est a Roma, liberati dalle occupazioni lo scorso settembre in una maxi operazione che ha visto protagonisti, tra gli altri, i carabinieri e la prefettura. Un intervento fortemente voluto dal prefetto Matteo Piantedosi che aveva voluto sgomberare gli appartamenti occupati dai clan. Tra i soggetti colpiti dall'operazione di quel giorno, infatti, anche alcuni esponenti della famiglia Moccia.

La casa di Giuseppe Moccia

Giuseppe Moccia, la madre e la compagna, che abitavano all'interno 70, al 13esimo piano della 'torre della Legalità' di via Santa Rita da Cascia, erano morosi. In casa, però, nascondevano 29465 euro. Giuseppe Moccia, coinvolto in passato in diverse indagini per droga, è cognato di Vincenzo Nastasi detto 'O Principe'. Negli ultimi anni il suo nome è comparso più volte sulle cronache.

Era rimasto ferito lo scorso 30 marzo 2021 in un agguato in via dell'Archeologia quando da uno scooter, un uomo gli sparò 4 colpi di pistola. Pochi giorni dopo la sua scarcerazione e fu protagonista dell'aggressione a Tiziana Ronzio, l'operatrice sanitaria, fondatrice dell'associazione 'Tor più Bella'. Ed è proprio da lei che arriva l'ultimo grido dal quartiere: quelle case libere da mesi, nessuno le vuole. 

In sostanza, gli assegnatari di un alloggio popolare quando tra le opportunità hanno quella di andare a Tor Bella Monaca, la scartano. Forse per paura di possibili ritorsioni? "Lì, in quel palazzo, la legalità spaventa, è impegnativa", sottolinea a RomaToday, Tiziana Ronzio, sotto scorta proprio per le minacce e l'aggressione subita dai Moccia.

"Una alternativa legale è possibile"

"Chi sceglie di venire qui, sa che dovrà vivere senza abusi, pagando acqua e luce, non ricorrendo ad allacci abusivi. Sa che non deve aver paura a denunciare episodi di spaccio o di altro tipo di illegalità. La gente di questo è spaventata. Venire qui, per certi versi, significa quasi giustificarsi di aver scelto una strada che segue la legge. Non deve essere una vergogna, ma un vanto. Invece conosco gente che, proprio per la serie di denunce che ho fatto e per il fatto che vivo sotto scorta, quando mi saluta lo fa di nascosto. Come se avesse paura ad essere emarginata dal quartiere. Invece noi siamo una famiglia, seppur sgangherata. Dobbiamo far capire, che una alternativa legale è possibile. E percorribile", aggiunge.

Continua l'illegalità nella 'torre della legalità'

Come riscontrato da RomaToday, nella 'torre della legalità' da quando c'è un servizio di vigilanza privata, la palazzina vive due anime. Chi controlla che non ci siano altre occupazioni abusive ed evita nuovi allacci abusivi, ha di fatto "scacciato" dall'ingresso e dalle cantine del palazzo, anche pusher sempre "al lavoro" e ragazze che si prostituiscono per una dose. Le attività però si sono semplicemente spostate in altri posti. E quei posti, sono sempre all'interno della stessa 'torre'. 

E così se spaccio e prostituzione prima si facevano "sotto terra", nelle cantine, adesso i posti all'interno del palazzo sono altri. Secondo quanto riscontrato, da settembre sono quasi all'ordine del giorno le segnalazioni dei residenti ai carabinieri di Tor Bella Monaca di compravendita sessuale o di droga, sui tetti e nelle scale della 'torre' al civico 50.

"La politica faccia il suo lavoro"

"Gli spazi liberati, vanno riempiti - sottolinea Nella Converti, consigliera del Pd in Campidoglio e presidente della commissione politiche sociali - È una mia vecchia battaglia, da quando ho iniziato a muore i primi passi nella politica. Ora che siamo al governo comunale, bisogna lavorare e fare in modo rendere normale, la legalità. Quegli immobili sgomberati dai carabinieri e dalla prefettura, non possono essere lasciati vuoti. Chi li sceglierà, deve essere consapevole che non sarà lasciato solo e che inizierà a far parte di una comunità. Una famiglia pronta a darsi una mano. Non possiamo lasciare le case popolari vuote e in mano ai clan di Tor Bella Monaca. Le forze dell'ordine hanno fatto il loro lavoro, ora tocca alla politica".

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