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Cronaca

Carlo Macro, tre anni dalla morte: "Roulotte ancora in strada e Raggi non mi ha mai ricevuto"

L'appello di Giuliana Bramonti raccolto da RomaToday: "Ho scritto alla sindaca ma non ho mai avuto risposta". Il 17 febbraio 2014 venne ucciso il figlio da un senzatetto residente in una roulotte al Gianicolo

"Le ho chiesto più volte un incontro, con due lettere protocollate e con delle mail. Ma non ho mai avuto nessuno riscontro. Mio figlio non c'è più da tre anni. E non è stato fatto niente per mettere in sicurezza le strade". Oggi, venerdì 17 febbraio, sono trascorsi tre anni dalla morte di Carlo Macro. Un omicidio brutale, forse dimenticato dalla città e dai suoi amministratori. Ucciso a 33 anni con due colpi di cacciavite nel petto da un senzatetto residente in una roulotte al Gianicolo, è rimasta la famiglia a combattere per tenerne viva la memoria. 

Prima in tribunale, dove però "non è stata fatta giustizia". Il killer di Carlo, il 60enne Joseph White Clifford, è stato condannato in appello a 14 anni di reclusione, con l'accuso di omicidio volontario ma il giudice ha rigettato i futili motivi che avrebbero aumentato la pena di un terzo. Poi in Campidoglio, dove la lotta ha riguardato le roulotte di San Egidio, quelle disseminate per le strade della città pronte ad accogliere i senza fissa dimora. In teoria "case" mobili che in quanto tali per la legge non dovrebbero rappresentare un abuso edilizio, nei fatti abitazioni su quattro ruote che invadono per anni marciapiedi e spartitraffico, in violazione del codice della strada, alimentando quadri di degrado e insicurezza percepita dai cittadini. E' da una roulotte di via Garibaldi, al Gianicolo, che uscì Clifford in piena notte e in pochi istanti stroncò la vita del 33enne, perforandogli il torace con un cacciavite di 30 centimetri. Ed è contro il "sistema roulotte" che la madre di Macro, Giuliana Bramonti, a capo dell'associazione che porta il nome del figlio, ancora si batte.

"Sono ancora in strada, non è bastato quanto accaduto a mio figlio, sono covi di degrado e illegalità, la magistratura ha dimostrato di non voler indagare (l'inchiesta sugli abusi edilizi venne archiviata, nonostante una serie di ombre emerse nello svolgimento delle indagini, ndr). Ma almeno dal Comune di Roma ci aspettavamo interventi seri". E invece, salvo qualche blitz delle forze dell'ordine subito successivo alla morte di Carlo, e annessi sequestri di vetture per accertate irregolarità amministrative, non è cambiato nulla. "Ne ho contate dieci in via Giacomo Medici, sempre al Gianicolo, altrettante a San Lorenzo, a ridosso del Verano. E' tutto come sempre" si sfoga Giuliana. Che almeno la sindaca pentastellata battesse un colpo. "Da luglio a dicembre ho cercato in tutti i modi di farmi ricevere. Non ho mai avuto un riscontro". 
 

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