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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Ponte Giuseppe Mazzini

Bimbo gettato nel Tevere: chiesta la conferma dei 30 anni di carcere

Secondo le perizie Patrizio Franceschelli non era animato da disturbi mentali ma comportamentali. La tragedia da Ponte Mazzini il 4 febbraio del 2012

Trenta anni di carcere. Il Procuratore Generale Laura Capotorto nel corso della sua requisitoria ha chiesto di confermare la condanna per Patrizio Franceschelli, il 27enne che il 4 febbraio del 2012 uccise il figlio di sedici mesi gettandolo nel Tevere da Ponte Mazzini. Il corpo del piccolo Claudio venne recuperato a Fiumicino senza vita dopo quasi due mesi.

REQUISITORIA - "Franceschelli - ha riferito il Pg nella sua requisitoria - ha finto di essere mezzo matto. Uno che fa una cosa del genere, che ammazza il proprio figlio, che realizza un fatto così abominevole e crudele, che dice che doveva salvare il mondo dalla cattiveria, non è un malato di mente. Lui fa quello che ha fatto, fugge, tenta di nascondersi quando si accorge di essere stato notato dai carabinieri; ragiona benissimo, tant'è che ai carabinieri dice subito ‘ho fatto una cazzata’. E questo denota la sua consapevolezza di quanto fatto".

CONFRONTO TRA PSICHIATRI - Prima dell'intervento del Pg c'è stata una sorta di confronto tra psichiatri: da una parte il prof. Maurizio Marasco, che, incaricato dal gip nella fase di indagine fece una perizia psichiatrica su Franceschelli; dall'altra Antonio Coppotelli, consulente della difesa. "Franceschelli - ha detto Marasco - è soggetto portatore di disturbo antisociale di personalità e non di disturbo mentale. Non ha mai dato segni particolari nelle interviste peritali. Nessun segno di patologia psicotica; nessun elemento che conduca ad alcuna diagnosi di patologia mentale".

TESI DELLA DIFESA - Tesi confutata dal consulente della difesa secondo il quale invece "è stata riscontrata su Franceschelli una condizione psicopatologica dell'umore, con un grave stato di instabilità comportamentale. Non sono contrario alla diagnosi del prof. Marasco - ha detto Coppotelli - ma la ritengo incompleta. Secondo me andrebbero ripetuti i test realizzati". Oggi anche l'intervento dei legali di parte civile (i familiari, l'Associazione Valore Donna e il Comune di Roma) che hanno chiesto la conferma della condanna di primo grado; il 25 ottobre, spazio alla difesa e la camera di consiglio che porterà alla sentenza.

L'ANGELO DI PONTE MAZZINI - La città di Roma non ha dimenticato il suo piccolo Angelo, come accaduto lo scorso 4 febbraio quando la famiglia del piccolo Claudio, insieme con il delegato del sindaco per i rapporti con le Università, Marco Siclari, ha attraversato il fiume spargendo petali di fiori in memoria del bimbo.

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