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Cronaca Ostia  / Via delle Ebridi

Il cognato del boss che si era "preso" la zona popolare dell'Ater ad Ostia

Sigilli a 75 box e otto attività commerciali che servivano a nascondere armi e droga

Rosario Ferreri è un nome noto a Ostia. Già nei guai per aver nascosto un fucile da cecchino tra i materassi che poi vendeva e coinvolto nell'operazione Nuova Alba che ha decapitato i gruppi dei Fasciani, Triassi e D'Agati, il cognato del boss Terenzio Fasciani - fratello di "don" Carmine - si era "preso", letteralmente una zona strategica del X Municipio. Quella di via delle Ebridi, una via di palazzoni popolari che divide Ostia con Ostia Nuova. Una zona strategica. 

Lì, secondo le indagini dei carabinieri e della direzione distrettuale antimafia, Ferreri e la sua compagna avrebbero occupato i locali del complesso L di via delle Ebridi, al civico 95. Cantine dell'Ater prese senza permessi e utilizzate come deposito di armi e droga, da stoccare per conto della criminalità di Ostia. Nascondigli di quasi 5.000 metri quadrati nelle fondamenta di alcune palazzine popolari.

Su delega dell'antimafia i militari dell'Arma hanno eseguito l'ordinanza di misura cautelare per la coppia. Ai due, accusati di aver organizzato, gestito e anche guadagnato dall'occupazione abusiva dei locali dell'Ater, è stato notificato il divieto di dimora nel X Municipio. I locali commerciali e le cantine, invece, sono state sottoposte a sequestro preventivo. 

A denunciarli sono stati proprio i dipendenti Ater che non avevano la possibilità di controllare alcuni locali nei sotterranei del palazzo popolari. Locali che, secondo l'accusa, sono stati occupati "con l'aggravante mafiosa". In tutto otto locali usati per esercizi commerciali e 75 box. Fra i reati contestati ai due indagati anche l'autoriciclaggio perché dopo aver occupato gli immobili erano riusciti ad accatastarli a proprio nome e poi anche ad affittarli, registrando contratti all'Agenzia delle Entrate dopo aver indotto all'errore il funzionario del catasto con il modello unico informatico di aggiornamento degli atti catastali, facendosi passare per soggetti obbligati che sono come i proprietari. 

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Uno di questi era un bar. Secondo la ricostruzione pagava 1200 euro al mese per stare nel locale occupato. Tra i locali sottoposti a sequestro preventivo anche una palestra, un bar, una pizzeria, un negozio di materassi, un'attivita' di tappezzeria per auto, un negozio dove si vendono fuochi d'artificio ed anche una onlus.  

La coppia è accusata del reato di "invasione di edifici" e secondo la ricostruzione quei locali sarebbero stati occupati per utilizzarli quali basi logistiche e depositi per lo stoccaggio di armi e droga.

Per il giudice gli elementi raccolti dai carabinieri e dalla Procura forniscono un ''quadro di indizi in grado di esser definiti gravi, potendosi rilevare come i dati storici e documentali disponibili in ordine all'occupazione arbitraria e al possesso abusivo degli immobili ad opera degli indagati, in ordine al loro utilizzo, costituiscano indiscutibilmente un complesso di elementi probatori a carico, gravi precisi e concordanti'', scrive il gip di Roma Valerio Savio nell'ordinanza.

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