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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Collatino / Via Salviati

Via Salviati, c'è l'ordinanza: tempo fino al 10 agosto per lasciare il campo

L'ordinanza 184 è arrivata ieri al campo. I serbi di Castel Romano dovranno lasciare l'area di via Salviati entro sabato, pena l'intervento dei vigili urbani. Le famiglie verranno riportate sulla Pontina

Se ne devono andare, volenti o nolenti. Altrimenti "si procede d'ufficio". Uguale: sgombero coatto. L'ordinanza 184 oggetto di discussione giorni fa in Commissione Politiche Sociali, è arrivata a destinazione. Ma loro, i rom approdati a luglio in via Salviati a lasciare il campo non ci pensano proprio. "Noi non possiamo andare via, non possiamo tornare a Castel Romano". 

Le trenta famiglie che hanno occupato l'area adiacente a Salviati 1 e 2, i campi abusivi già presenti sulla via, venivano dal maxi villaggio sulla Pontina, ostaggio per giorni di incendi e saccheggi. Un'escalation di attacchi, legati a scontri tra etnie interni al campo, che hanno portata alla fuga in massa. E a decine di container rasi al suolo. 

A lasciare il campo il gruppo di bosniaci, gli ultimi arrivati con lo sgombero de La Martora voluto dall'ex sindaco Alemanno nel 2010. Gli ultimi arrivati e forse non proprio graditi dai bosniaci che già lo occupavano. Insomma, uno scontro etnico -raccontato nei dettagli-  che ha spinto grandi e piccoli a tornare 'all'ovile'. E ora da lì non si vogliono muovere.

Che verranno riportati a Castel Romano è scritto nero su bianco sul testo dell'ordinanza, dove si parla di "ricollocamento presso il villaggio della Solidarietà Castel Romano nell'area denominata D". La stessa da dove sono fuggiti e dove però ci sarebbero "idonei standard igienico sanitari". Almeno rispetto a via Salviati e "come prima accoglienza". E le baracche bruciate? "Sarà poi cura di Roma Capitale procedere all'assegnazione di un'unità abitativa a ciascun nucleo".

La ragione dell'ordinanza è presto detta: c'è un divieto di stanziamento sul terreno primo, secondo i risultati di un sopralluogo effettuato il 2 agosto dalla Asl Roma B, che dà un quadro più che critico in termini igienico sanitari. Un degrado quello rilevato che rischierebbe di degenerare in "focolai epidemici di malattie infettive tra cui l'Epatite A". 

Insomma, il terreno è da bonificare, ma loro di lasciarlo non sembrano averne intenzione. L'alternativa? Possono fare ricorso entro 60 giorni dall'entrata in vigore dell'ordinanza. E, con qualche appoggio, l'opzione non è esclusa. "Stiamo scrivendo a tutte le associazioni possibili, forse qualcuno ci aiuterà".

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