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Cronaca Settecamini / Via di Salone

Bimbi rom: violato il diritto allo studio. Genitori contro il Comune

Presentati i risultati della ricerca effettuata dall'associazione 21 luglio a partire dai quali alcune famiglie del campo nomadi di via Salone hanno intrapreso un'azione legale contro il Comune per violazione del diritto allo studio

L'associazione 21 luglio ha presentato oggi i risultati della ricerca “Linea 40. Lo scuolabus per soli bambini rom”, alla luce dei quali l'Antenna Territoriale Anti-Discriminazione ha ritenuto necessario intervenire a fianco delle famiglie di alcuni dei bambini del campo di via Salone per avviare un'azione legale contro il Comune di Roma e altri soggetti eventualmente responsabili per il risarcimento danni per lesione del diritto allo studio e all'istruzione nei confronti dei minori appartenenti alla comunità rom del campo di via Salone.

Per Carlo Stasolla, presidente dell'associazione 21 Luglio, si tratta di un'iniziativa importantissima. “Qualora venisse riconosciuto la violazione del diritto allo studio anche per un solo bambino rom - dice Stasolla - questo creerebbe un precedente importante. È la prima volta che una famiglia rom esercita un'azione per violazione del diritto allo studio. Una violazione che contrasta con il diritto interno nonché con quello europeo e internazionale”.

L'Associazione 21 luglio, organizzazione apartitica senza fine di lucro che tutela i diritti dei minori, ha analizzato il percorso educativo di 55 bambini rom che nell'anno scolastico 2010-2011 hanno usufruito del servizio della linea 40, una delle sette linee del trasporto scolastico del Comune che ogni giorno accompagna i bambini del “villaggio autorizzato” di Via Salone, all'estrema periferia orientale della capitale, fino alle loro scuole situate nei municipi VI e VII, dopo lo sgombero del campo “tollerato” Casilino 900. I risultati sono stati presentati oggi 14 ottobre nel corso di un incontro all'Auditorium Unicef di Roma.
Coordinato da Andrea Anzaldi, lo staff dell'associazione ha riscontrato elementi di differenziazione tra gli alunni rom e gli alunni non rom. La maggior parte dei bambini trasportati dalla linea 40 arrivano ogni giorno a scuola con un'ora di ritardo ed escono con un'ora di anticipo. Alla fine dell'anno, la somma di questi ritardi e uscite anticipate equivalgono a un mese di assenza. Oltre alle ore di studio, i bambini perdono così anche l'occasione di socializzare con i compagni prima della campanella, scavando un solco ancora più profondo che li separa dagli altri bambini.

Lo sgombero forzato del Casilino 900 nell'attuazione del Piano Nomadi di Roma ha comportato per molti di questi bambini gravi disagi psicologi e la loro vita ha subito trasformazioni brusche e improvvise. Il disagio sociale da cui provengono i bambini rom è anche la causa delle lacune didattiche che rendono impegnativo se non a volte quasi impossibile far loro seguire il programma insieme ai compagni. Molti di essi finiscono in attività di recupero parallele con corsi frequentati esclusivamente da alunni rom di diversa età anagrafica. Questa “emarginazione didatttica” acuisce ancora di più l'emarginazione sociale: i bambini rom si percepiscono e sono percepiti come diversi e sono spesso vittime di episodi di razzismo. La distanza "chilometrica" tra campo e scuola rende inoltre difficili i rapporti tra le famiglie e i docenti, mediati quasi esclusivamente dagli operatori delle cooperative sociali che gestiscono il servizio di scolarizzazione dopo aver vinto un bando pubblico stabilito dal Comune. L'utilizzo di indicatori della frequenza scolastica degli alunni rom, con criteri diversi rispetto agli altri bambini, non consente infine di valutare pienamente l'effettiva frequenza in classe.

“L'Italia è l'unico paese europeo che prevede l'esistenza di campi istituzionali per le comunità rom e sinti. Per superare questa situazione bisogna smantellare la politica del Piano Nomadi di Roma – ha concluso Stasolla – , interrompendo la politica dei villaggi attrezzati e degli sgomberi”.

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