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Martedì, 26 Settembre 2023
Cronaca

Narcos ubriaco dimentica la pistola in albergo, cameriera la trova e si spara per errore

I fatti emergono nelle carte che hanno portato all'arresto dei narcos romani in affari con la malavita brindisina

Era la vigilia di Ferragosto del 2017 quando una cameriera in servizio in un hotel della riviera romagnola trovò una pistola in camera e si ferì con la stessa arma, sparandosi un colpo all'addome. In villeggiatura a Riccione, nella stanza che la donna doveva pulire, un uomo romano, oggi 41enne, in vacanza con moglie e figli ed una coppia di amici, che aveva riferito al personale della struttura ricettiva di aver perso un accendino-portachiave a forma di pistola, poi rivelatosi non solo una vera arma, ma anche carica e pronta a fare fuoco, come poi successo. A distanza di quasi quattro anni è possibile fare luce sui fatti, che videro protagonista in negativo l'allora 37enne. Lo si legge nelle carte che hanno disposto l'arresto di 14 persone, smascherando una allenza fra malavita brindisina e narcos romani per la fornitura di droga da smerciare nelle piazze di spaccio di Ponte di Nona, La Rustica ed Acilia.

Ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Roma, Alessandro Arturi, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della locale Procura della Repubblica. Fra i capi d'imputazione di cui dovranno rispondere i 14 arrestati, lo spaccio in concorso di sostanze stupefacenti, ricettazione, detenzione e porto in luogo pubblico di arma da fuoco. 

Armi da fuoco, proprio come accertato dalle indagini dei carabinieri che il 14 agosto del 2017 intervennero all'hotel Corallo di Riccione dove una 40enne era rimasta ferita all'addome da un colpo sparato per errore dalla pistola che la cameriera aveva trovato nella stanza che stava riassettando. 

La pistola era stata portata a Riccione dal narcos romano e quanto accaduto determinò tensioni e preoccupazioni fra alcuni sodali della banda di narcos smantellata nell'operazione Box. Da qui numerose e febbrili telefonate fra il romano in villeggiatura con la famiglia sulla riviera romagnola, ed altri due "colleghi in affari", incentrate sulla spasmodica ricerca di un misterioso "portachiavi" domenticato nella stanza d'albergo. 

Gli sforzi rimasti vani sino alla notte del 13 di agosto, riprendevano il giorno seguente da parte di due amici dell'allora villeggiante,  continuamente pressati telefonicamente dall'uomo, ripartito per Roma il pomeriggio precedente, per tenersi prudenzialmente a distanza e non rimanere coinvolto nelle inevitabili indagini sul porto abusivo dell'arma.

Poi la scoperta della pistola ed il ferimento della cameriera "e dice che ce l'avevano in mano, la signora delle pulizie l'ha trovata e mo' sta ragazza gli è partita una cosa....pensavano che era un accendino, come gli avevamo detto", riferisce il narcos alla convivente. Si comprendeva, inoltre, che l'arma, durante il soggiorno, era stata occultata dall'uomo sotto il materasso e lì dimenticata dopo la serata in discoteca, durante la quale probabilmente lo stesso aveva abusato di bevande alcoliche.

Da qui la richiesta da parte dell'oggi 41enne di convincere l'amico che si trovava a Riccione di accollarsi la responsabilità del porto illegale dell'arma. "non vuole parlare, non mi risponde al telefono , starà avvelenato perché gli ho perso sta cosa....me l'aveva detto l'altro giorno "mi riporti quella maglietta per favore?...gliel'ho persa, perché per sbrigarmi in mezzo a tutti i panni, le cose ....poi ci teneva, gliel'ha lasciata un amico suo che è morto", si legge in una intercettazione.

Il 18 agosto, le scuse da parte del narcos distratto ad uno dei suoi "superiori", mentre i carabinieri di Riccione cercavano di ricostruire l'accaduto e deferivano all'Autorità Giudiziaria l'amico del reale possessore della pistola, denunciato assieme ad altri tre amici in concorso per la detenzione della pistola. A ricostruire la vicenda le indagini dei carabinieri che già allora era impegnati nelle investigazioni che hanno portato ai 14 arresti dell'11 maggio.  

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