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Cronaca

Il giallo dell'uomo con lo zainetto ripescato cadavere nel Tevere

Sul posto è intervenuta anche la polizia fluviale per gli accertamenti. Al momento non è esclusa nessuna pista

Aveva uno zainetto con sè e il cellulare in tasca. Era ben vestito, ma senza documenti. A vederlo, mentre galleggiava a faccia in giù nel Tevere, un passante che alle 8 del mattino di lunedì, 7 marzo, ha allertato i soccorsi e dato di fatto via alle indagini. Perché chi è intervenuto all'altezza di ponte Cavour, dal fiume ha ripescato un corpo, quello di un uomo.

La vittima, dai tratti asiatici, ancora non è stata identificata. Avrebbe tra i 30 e i 40 anni. Sul caso la polizia sta portando avanti una serie di accertamenti per capire come sia finito nel Tevere. La possibilità che possa trattarsi di un suicidio, anche per il fatto che lo zaino fosse sulle spalle dell'uomo, appare poco probabile al momento. 

Ecco perché non si esclude che l'uomo possa essere scivolato nel fiume oppure sia rimasto vittima di un'aggressione. Chi indaga non vuole escludere nessuna pista al momento. Dai jeans della vittima, gli agenti hanno trovato un telefonino. Gli specialisti della scientifica sono al lavoro per poterlo renderlo utilizzabile ai fini della risoluzione del caso e magari ricostruire gli ultimi contatti della vittima. Nel frattempo si passano al setaccio anche le denunce di scomparsa.

Gli investigatori, inoltre, hanno anche acquisito alcune immagini delle telecamere di sorveglianza  della zona e dei ponti che affacciano sul Tevere. Sul corpo, almeno secondo un primo esame da parte del medico legale, non sarebbero comunque stati riscontrati evidenti segni di violenza. Sarà comunque l'autopsia ad aiutare nel fare chiarezza sulle cause del decesso dell'uomo, trovato morto nel Tevere.

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