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Cronaca San Basilio / Via Fabriano, 31

Un bunker sotto le case Ater per affermare il "potere" su San Basilio

La scoperta delle forze durante l'operazione per liberare due appartamenti Ater occupati senza titolo da esponenti legati a due clan. Trovata anche droga

Hashish, soldi e un bunker nascosto. Sotto le case Ater sgomberate nella mattinata di giovedì 17 febbraio a San Basilio, le forze dell'ordine hanno trovato elementi che fanno immaginare un giro di spaccio tra gli alloggi popolari occupati abusivamente. Destinatari del provvedimento deciso durante il comitato per l'ordine e la sicurezza presieduto dal prefetto Matteo Piantedosi, famiglie legate al clan Marando, vicino ad ambienti di 'Ndrangheta, e al gruppo dei Pupillo. 

Il primo appartamento sgomberato, era occupato da Luigi Marando, nipote del più famoso Rosario Marando. Lo sgombero in via Fabriano 31 è stato preceduto da perquisizioni che hanno portato al sequestro di circa 80 grammi di hashish, della somma di 1.500 euro e soprattutto alla scoperta di un bunker nel sottoscala dell'appartamento all'interno due della scala T.

Chi sono i Marando di San Basilio

Marando sarà deferito all'Autorità giudiziaria in stato di libertà. Il cognome è uno di quelli arci noti nel quartiere e alle forze dell'ordine. Rosario Marando, nel 2015, finì nei guai per aver sequestrato il figlio del boss di un clan rivale, in una faida tutta calabresi tra San Basilio e il quartiere Africano. Una guerra tra gruppi vicini alla 'Ndrangheta. 

I componenti del clan Marando sono di Platì e hanno una 'sezione' distaccata di Volpiano (Torino). Negli ultimi anni sono stati colpiti da pesanti condanne, sequestri e confische patrimoniali, a seguito di numerose indagini della direzione distrettuale antimafia. Nel 2020 la famiglia subì un altro duro colpo con l'operazione 'Coffee Bean'

Stando alle indagini, Alfredo e Francesco (detto Ciccio) Marando, nativi di Platì (Rc) e da anni stabilmente a San Basilio, avevano organizzato un gruppo criminale capace di vendere hashish, cocaina e marijuana nel quadrante di via Sirolo, via Mondolfo, via Pievebovigliana e via Corinaldo e di incassare 15mila euro al giorno al sodalizio. I due avrebbero agito grazie agli insegnamenti del padre Rosario Marando, appunto, e dello zio, il narcotrafficante Pasquale. Il modello de Le Vele di Scampia come esempio di business. Nell'occasione furono arrestate 21 persone.

Dalla loro influenza nel quartiere se n'è scritto anche nel Rapporto Mafie nel Lazio. La posizione di Luigi Marando, dopo lo sgombero del suo appartamento, secondo quanto apprende RomaToday ora sarà al vaglio dell'autorità giudiziaria per determinare così ci facesse con la droga ritrovata in casa e, soprattutto, a cosa servisse quel bunker ritrovato. 

"Occupazioni per usare potere nel territorio"

Fatto sta che l'operazione è un segnale importante. A dirlo, il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti: "Oggi si è intervenuti nell'estromettere chi con prepotenza ha occupato, senza alcun titolo, alloggi pubblici. Occupazioni abusive che molte volte sono perpetrate per affermare un 'certo potere' sul territorio. Le istituzioni ci sono e come già fatto, continueranno nell'azione congiunta volta a sradicare il malaffare e la criminalità in diversi quartieri romani, al fianco di associazioni e cittadini che lottano ogni giorno per la legalità".

Soddisfazione, anche dal sindaco Roberto Gualtieri: "L'azione coordinata dalla prefettura ha consentito di liberare due case occupate da esponenti della 'Ndrangheta, i Marando e i Pupillo. Lo Stato è e deve essere sempre presente sul territorio - aggiunge - per evitare che la criminalità possa impunemente perseguire i suoi interessi, a maggior ragione sfruttando le case destinate a chi ne ha veramente bisogno. Le azioni di ripristino della legalità vanno avanti in tutta la città e non si fermeranno finchè l'ultima casa occupata abusivamente sarà riconsegnata alla collettivita'".

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